Björk Gudmundsdottir.
Dietro questo nome si nasconde forse il personaggio più famoso d' Islanda, l'isola del lontano nord, o anche una ragazza che perennemente giovane con quel suo faccino lappone, sembra uscita dal corso normale del tempo che logora tutti noi, o ancora una delle artiste più osannate da critica e pubblico per tutti gli anni novanta.
Nel Duemila, alle soglie del nuovo millennio (scusate la pausa ma domanda rivolta ai lettori : il nuovo millennio è iniziato nel Duemilauno?) la nostra betulla accetta una nuova sfida musicale e cinematografica (la prima). Ed è trionfo ! Prende l'impegno di scrivere ed interpretare tutte le musiche della nuova tragedia musicale di Lars Von Trier, il quale la trascinerà durante la registrazione delle musiche, verso l'interpretazione di Selma, protagonista non vedente dell'opera del regista danese.
E così nasce "Selmasongs", un lavoro che nonostante i soli trentadue minuti e spiccioli di durata ha una sua completezza artistica e tematica, tale da risultare allo stesso tempo oltre che una perfetta colonna sonora, anche qualcosa di più di un'album di transizione tra "Homogenic" e "Vespertin".
Le canzoni. "Overture" brano d'apertura strumentale, mostra quel lato di Björk nemico delle parole, che, come lei dice, la faceva stare zitta per giorni interi nella sua infanzia e la costrinse a un duro lavoro per imparare ad usarle(ringrazio visto la magia che trasmettono le parole nei suoi testi). La canzone suonata dall'orchestra diretta da Vincent Mendoza mi faceva pensare più che altro a un tragico film di guerra, immergendoti in uno stato di profonda sfiducia per tutta la distruzione di cui l'uomo si fa portatore. L'impressione sarà poi sbagliata, come mi faranno intendere le parole delle canzoni seguenti, ma non poi così lontana leggendo nelle musiche di questo film (e anche nel film stesso) una denuncia verso una società opprimente che porta verso una fine inevitabilmente tragica.
In "Cvalda" i rumori della fabbrica e delle macchine si trasformano in musica sulla quale Björk duetta con Cvalda, alias una Catherine Deneuve sorprendente nella sua performance. In "I've Seen It All", punto più alto dell'album, il duetto è con Thom Yorke, alter ego maschile dell'islandese per l'uso della voce, forse unico nel passare da un cantare schizzato a un canto titanico. Anche se poi il leader dei Radiohead in questo pezzo usa una voce quasi irriconoscibile. In "The Musical" è un inno verso questo genere e verso Broadway. Ironico il finale del testo dove una selma ricercata dalla polizia canta "E tu sei sempre pronto a prendermi se io cadessi" proprio mentre cadendo nel suo ballo viene presa dalla giustizia. In "107 Steps" una voce depressiva di sottofondo fa una conta fino a centosette sulla quale Björk con la sua voce strabiliante conta a salti i suoi One Hundred And Seven Steps. "New World" racconta del nuovo mondo, o meglio del viaggio verso il nuovo mondo dove per la povera Selma ci sarà un nuovo giorno per vedere.
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