Campbell Kneale, Neozelandese, oltre che mentore del progetto in questione, qualcun_ di Voi forse lo rammenterà alle prese con lo scorbutico progetto Birchville Cat Motel; ebbene in questo nuovo allucinante e lucidamente feroce abominio pentagrammatico vengono raggiunti picchi (o abissi) francamente inenarrabili.

Il lavoro, realizzato su un’unica traccia suddivisa in tre sommovimenti, si sviluppa come una autentica ecatombe (in slow motion): si inizia con feralissimi e fantasmatici tempi ultra-doom (“Prayer Sodden Holes”) passando per abnormi frangenti turgidamente immaterici (Tears Strike The Mile High Gong”) fino al giungere del catastroficamente noise-apocalittico epilogo (“Creeping Barrage”).

Chitarre-zombi sature e rantolanti in perenne feedback e granitiche bordate sparse alimentano una angoscia montante e palpabile da vuoto assoluto, materializzando come forse meglio non si potrebbe il profondo senso di alienazione insito nella follia bellica dalla quale trae spunto.

Non credo sia ravvisabile alcun becero o esaltato intento pro-belligerante all’interno di questi cinquanta minuti: semmai una delle più fulgide e agghiaccianti rappresentazioni [in musica] mi sia capitato di contemplare di quanto di più basso possa architettare lo scibile umano.

Classico disco da metter sù per la prossima festa di DeCompleanno, insomma.

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