Ken Downie, Ed Handley e Andy Turner sperimentano a più non posso da troppi anni.

Quel torvo reverbero unito alle sospensioni dei geometrici dialoghi elettronici sono lo stemma anche in questo doppio album.

Uscito nel 1994 e sicuramente bandiera della consacrazione della loro arte.

Ottimi esponenti dell'IDM vecchia scuola e impegnatissimi in mille altri progetti, tra i quali i Plaid.

L'opener "Raxmus" è già un esemplare mix di chill out, lounge e drum'n'bass. Siamo indietro di vent'anni ma nulla è invecchiato male.

Si arriva subito a "Barbola Work" e ai suoi sensazionali incastri, mentre "Psil-Cosyin" è la classica danza "Black Dog style. Un timballo di suoni freddi ma sorprendentemente ben saldi e vivi.

Poi le distese chilometriche di luci, brezze ed emozioni con "Nommo". I Boards Of Canada si instraderanno su questa concezione..pesanti foschie si abbattono sui tasti bianchi e neri del synth.

Il drum kit e le sue linee sono eternamente fedeli al tappeto jungle di "Chase The Manhattan", dove un altro universo ci accoglie benevolmente. Non c'è lo shock oppressivo breakcore/cyborg. E' un ulteriore aggiornamento degli LFO e una valorizzazione dei frutti di "Quique" dei Seefeel (uscenti l'anno prima). E' un'intigante balletto voodoo tra androidi e molecole chimiche.

Varie tracce si concretizzano in sei minuti, come il cocktail di "Further Harm", e comunque niente di meglio ci si poteva aspettare dagli "esercizi" di un "E2-E4" di Gottsching.

Da ammirare anche le crepuscolari arie pittoresche sprigionate in "Tahr" e nella "serenata sintetica" alla Luna di "Pot Noddle".

Il fidanzamento della mente con un DJ set.

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