Questo album lo si può recensire sotto due ottiche: una per il valore musicale e l'altra per il valore di innovazione.
Sotto il valore musicale "Family Man" è un pessimo album, undici brani con una sola canzone cantata: "Armageddon Man" oltretutto noiosissima. Il resto degli altri dieci brani si dividono per la metà in rumorosi pezzi strumentali e l'altra metà in monologhi di Henry Rollins.Sotto il piano di innovazione invece bisogna dire che questo è il disco più coraggioso che i Black Flag abbiano mai fatto. Un pazzo esperimento che rafforza il loro animo ribelle, dedicando molto più spazio all'aspetto ideologico della band, rispetto a quello compositivo.
"Family man" riesce ad esprimere pienamente il disagio attraverso i brani strumentali, il migliore secondo il mio avviso "Account for what?", chitarre stridenti, strutture musicali labirintiche, pause ed improvvisazioni rumorose. L'animo poeta di Henry Rollins viene portato all'apice, simile ad un Jim Morrison morto ormai anni prima; con enfasi recita le sue poesie ad un pubblico giovane e ribelle.
Naturalmente questo album e non è consigliato a chi vuole fare baldoria in una festa selvaggia, ma può essere una importante chicca per chi ama tematiche scomode e sopratutto comprenda bene la lingue inglese.
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