Black Grape, capitolo 2/2.
Parecchi mesi fa mi ero preso la briga di presentare ufficialmente questo collettivo al DeBasio, oggi completo il suo breve ciclo discografico con questo disco.

Per farla molto breve, i Black Grape nascono nel 1993, poco dopo lo scioglimento degli Happy Mondays, proprio per mano di Shaun Ryder e Bez (membri di quest'ultimi), uniti ad altrettanti membri dei meno conosciuti Ruthless Rap Assassins.
Nel 1995 diedero alla luce un discone che fu una vera e propria sorpresa, intitolato "It's Great When You're Straight... Yeah" (l'artwork lo conoscete già, visto che è pure l'avatar del buon Carlos), che proponeva una fresca ed eclettica mistura di Britpop, Hip Hop, Funk Rock, Alternative Dance e chi ne ha più ne metta.

"Stupid Stupid Stupid" esce nel 1997 e, ahimè, non ci furono ripetizioni... o almeno, commercialmente parlando.

Con uno sguardo generale all'album, si può notare che il gruppo suona relativamente moscio e svogliato in più di un'occasione: viene a mancare la personalità esuberante che si era vista e sentita nel disco precedente. E' inevitabile fare il paragone, poichè il filo conduttore che segue è esattamente identico al debutto, in versione più asciutta e scialba per la maggior parte.
La produzione risulta più semplice, con l'abbandono di diversi strumenti esotici che li avevano caratterizzati (sitar e armonica a bocca, tra tutti) per far spazio a brani più Hip Hop, con dei beat che lasciano senza dubbio a desiderare (esempi sono "Rubber Band" e "Tell Me Something"). Molti pezzi probabilmente nacquero già durante la registrazione di "It's Great When You're Straight... Yeah" e senza troppo impegno hanno riciclato materiale per il suddetto disco.
Trova però punti di forza nella sua prima parte, con l'accattivante e ipnotica opener "Get Higher", una specie di tributo alle droghe leggere, "Squeaky" e i suoi riff prepotenti ed ubriachi ma soprattutto "Dadi Waz A Badi", il risultato più soddisfacente di questa fatica, che crea il delirio tra Funk e Hip Hop portando un'ottima ventata di entusiasmo.
Da citare anche "Lonely", che non è altro che una cover di "I've Been Lonely For So Long" di Frederick Knight, prova senz'altro decente, genuina e agevole, dove finalmente si possono sentire spunti di un sound leggertemente diverso, dove i fiati (sassofoni, in particolare) trovano spazio.
Alla fine però è un buon disco che si fa ascoltare facilmente in spensieratezza, ma forse sono un po' di parte (infatti ho arrotondato per eccesso il voto). Se volete avvicinarvi a questo gruppo, consiglio assolutamente il debutto.

Visto il mezzo flop ottenuto e l'incremento di problemi finanziari (Bez) e personali in generale, di lì a poco Ryder licenziò il resto dei membri mentre si trovavano in tour promozionale nel 1998, salvo poi riconciliarsi per un'occasione nel 2010 e ancora nel 2015 tornando apparentemente in attività.
Molto simpatico l'artwork originale, che comprendeva l'aggiunta dei cosiddetti googly eyes.

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