Eredi della fiera tradizione musicale che ha visto sorgere icone metalliche in technicolor come Motley Crue, Skid Row e Guns N'Roses, i Black Hill si candidano a divenire un nuovo punto di riferimento per gli adepti del verbo street metal in un'Italia rimasta prematuramente orfana degli storici Smelly Boggs.
Il sound plasmato dal gruppo si riallaccia innegabilmente ai dettami dell'ortodossia street n'glam di diretta provenianza ottantiana. Fra i solchi del debut album "Nasty Nights" riecheggiano prepotentemente la carica elettrica ed il magnetismo tipici di acts leggendari dello sleazy metal californiano come Warrant (evidenti le analogie col loro disco di debutto), Bulletboys ed, in primis, Ratt, la leggendaria e pioneristica band di San Diego sorretta dall'asse Stephen Pearcy - Warren De Martini. La limpidezza caratteristica dell'A.O.R. (Adult Oriented Rock) è, però, sapientemente integrata con influenze blues e graffianti incursioni nel più sporco e spregiudicato street metal, che conferiscono ai Black Hill un’aurea "maudit" degna dei primi L.A.Guns.
La band, originaria di Livorno, ha maturato una lunga esperienza in numerosi live shows nell'area labronica prima di trovare una propria stabilità interna nel 2000, anno che ha fatto registrare un significativo assestamento di line-up: il valido vocalist Bob J.Low ha saputo valorizzare l'affresco sonoro creato dalla tagliente chitarra di Glitzie, avvalendosi del prezioso supporto di una sezione ritmica d'eccezione, composta dal drummer Phil Hill e dal bassista Roughy, dotato di uno stile aggressivo e decisamente "heavy", che ricorda da vicino quello di Mark "The Animal" Mendoza, spina dorsale dei Twisted Sister.
L'affiatamento ed il talento dei singoli membri creano i presupposti per un netto salto di qualità: i giovani Black Hill escono dalla nicchia dell'underground livornese per intraprendere due importanti tournée, con all'attivo numerose date tenute nei più importanti e capienti locali di Toscana ed Emilia Romagna, in compagnia dei celeberrimi Smelly Boggs. Allo stesso anno risale il conseguimento del secondo posto nell'ambito del rinomato festival musicale "Suoni della notte", che garantisce al gruppo una notevole crescita della propria esposizione mediatica.
Nel 2003 l'impegno e la costanza dimostrate dal combo toscano vengono finalmente premiati con la massima onorificenza italiana in campo glam metal, ovverosia l'ambita partecipazione al festival sleazy per antonomasia, il prestigioso "Glam Attack" di Torino. L'attitudine "dirty and raw" espressa dai Black Hill su quel palco vale al gruppo una pioggia di elogi e recensioni entusiaste da parte di tutte le principali testate specializzate della penisola; l'ascesa dello scatenato quartetto sembra ormai inarrestabile ed ogni singolo componente della band contribuisce in maniera decisiva a personalizzare il sound del gruppo, dando vita ad una proposta sonora ancora nettamente legata agli stilemi del più ruvido e fumoso hard rock americano ma attenta alle soluzioni moderne della new wave of street metal, incarnata su entrambe le sponde dell'Oceano Atlantico da Backyard Babies e Buckcherry.
A suggellare il momento magico dei Black Hill giunge il già citato album d'esordio della compagine labronica: "Nasty Nights" è un concentrato di pura energia, un'opera in cui perizia tecnica e passione si sposano in un tripudio orgiastico di riffs omicidi e melodie sinuose ed eleganti. Fra le sette tracce che compongono questo maestoso CD si alternano ballate malinconiche in perfetto stile ottantiano ("Strange Days"), pezzi veloci e dall'incedere incontenibile ed autentici hit singles potenziali (su tutte l'ironica "Fat Love", miglior "glam song for fun" dai tempi di "Big Talk" dei Warrant).
La musica dei Black Hill volge inesorabilmente verso il futuro, ardendo di uno spirito giovane e ribelle, ma l'album "Nasty Nights" riesce nell'ardua impresa di rinverdire i fasti del "metropolitan street n'glam" glorificato due decenni fa da opere immortali come "Invasion of your privacy" dei Ratt, "Dirty, Rotten, Filthy, Stinking, Rich" dei Warrant e "Pride" dei White Lion.
L'analogia con i Ratt balza ulteriormente all'attenzione critica di ogni appassionato che ricordi l'importanza fondamentale rivestita nella band di San Diego dalle ritmiche serrate del possente batterista Bobby Blotzer: il suo drumming si integrava alla perfezione con le sottili trame ordite dal geniale guitar-hero Warren De Martini, al pari di quanto accade oggi nei Black Hill con l'affiatata coppia composta dal pirotecnico Phil Hill e dal bravissimo Glitzie, il cui talento artistico gocciola copiosamente dalle dita.
L'album "Nasty Nights" è stato distribuito, per iniziativa della stessa band, in tutta Italia ed all'estero (circa 1.000 copie diffuse sul suolo nazionale e 300 nel resto del mondo) ricevendo ovunque un'accoglienza calorosa da parte di critica e pubblico.
Attualmente "Nasty Nights" è in vendita anche in Giappone, grazie alla preziosa iniziativa del distributore nipponico DSK.
In aggiunta a tutto ciò, l'elevato valore artistico del disco è stato notato anche dalla celebre casa di distribuzione americana.
Sfidando tutte le avversità della scena musicale italiana, da sempre ostile nei confronti di generi alieni dal contesto tipicamente pop/dance/hip hop e comunque ancora legata a doppio filo alla musica popolare ed al modello cantautoriale (pregevole in molti casi, imbarazzante in altri) di parolieri più o meno improvvisati, i Black Hill portano avanti tenacemente la loro personale battaglia di coscienza, forti dei grandi risultati già conseguiti ma consapevoli che essi rispecchiano solo in minima parte l'effettivo valore del loro ambizioso progetto.
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