Dovrebbe essere il 5 giugno il giorno in cui,dopo svariati rimandi, uscirà Cruel Melody della "super-band" Black Light Burns. Apostrofo i Black Light Burns come super-band perchè è composta da Wes Borland (ex chitarrista dei Limp Bizkit), Danny Lohner (Nine Inch Nails), Josh Frese (The Vandals, A Perfect Circle, Nine Inch Nails) e Josh Eustis (Telefon Tel Aviv).
Nonostante questi nomi alquanto importanti la band dovrebbe avere una formazione differente in sede live. Oltre loro, nelle registrazioni hanno partecipato diversi musicisti che vedremo più avanti. Sul loro myspace (se avete tempo fateci un salto, c'è anche il video del primo singolo...) dicono di suonare rock, gothic, electro funk. Definizione fondamentalmente azzeccata ma per capirci qualcosa in più basta dire che suonano un po' alla Nine Inch Nails (e non poteva essere altrimenti)...
Analizzando l'album più nello specifico il disco parte con una canzone dal titolo abbastanza bizzarro "Mesopotamia", molto elettronica e molto anni '90. Subito dopo c'è "Animal" che a mio avviso è una delle migliori tracce e a seguire il primo singolo "Lie" (veramente discreto il video con un Borland somigliante molto al compianto Brandon Lee de "Il Corvo"). Nella title-track Carina Round presta la sua voce. Mentre in "Coward", canzone molto valida, la voce aggiunta è del ventenne Sonny Moore (da poco divenuto ex cantante dei From First to Last). Tra Borland e Moore è nata una buona amicizia iniziata quando in mancanza di un bassista nei FFtL l'ex chitarrista dei Bizkit decise di aiutarli andando a incidere le parti di basso sul disco "Heroine" nonché a suonare con loro nei diversi festival estivi e in svariati concerti.
In "Have a Need", assolutamente una delle migliori canzoni, il basso è suonato dall'ancora amico Sam Rivers. Mentre Johnette Napolitano si fa sentire nella epica "I Am Where It Takes Me" lunga ben 6 minuti ma che non annoia neanche per un attimo. A chiusura del disco troviamo una traccia strumentale, come tanto va di moda ora, di circa 8 minuti e mezzo ma a scanso di equivoci bisogna dire che "Iodine Sky" (questo il titolo) è una canzone veramente bellissima, toccante e a tratti anche struggente.
L'album è la prima uscita per I Am: Wolfpack, la nuova etichetta del produttore Ross Robinson, su licenza Ryko per l'Europa. Il risultato è un crossover tra potente rock e deflagrante industrial con un occhio di riguardo per le melodie. I testi, curati dallo stesso Borland, sono pericolosamente carichi di intenso ma volubile pessimismo e si traducono in una costante aggressione emotiva.
Chi si aspettava un semplice side-project o roba simile rimarrà alquanto deluso perché questo è veramente un signor album che necessita però di qualche ascolto in più quindi rimanete comodi sul divano quando schiaccerete "play".
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