Il gradito ritorno dei Black Majesty ha un titolo propiziatorio: "Tomorrowland", la terra del domani, o del domai, come diceva qualcuno.
Il Perché è esplicato già da "Forever damned", che cita: "Believer, you dreamer, where's the justice if you can't see it? Forever searchin' and seekin' for signs. Come dimensions away from home, to a place i'll decide, left beyond, find a way to your soul now that you know that forever, forever you're damned", seguiti da altissimi acuti e dagli immancabili assoli dei due chitarristi regolati e arrangiati bene, che ci conducono ad "Into the black", dalle linee sussurrate che trovano improvvisamente un colpevole divenendo cruente: "I'm weary in my desgrace, i hate to see your face, i want to see you drown in your sorrow!", accompagnate dalla chitarra acustica di Janevski. Già è possibile intravedere quelle che sono le ispirazioni meno ovvie, ovvero gli Europe, sia nelle chitarre che nel tempo. La traccia successiva ha una melodia molto dolce, ma testi sempre torvi; decentrati dall'ambito medioevale/epico dei precedenti lavori e più trasognati. La title track è molto bella: "Whispering shadows speak the last command, yesterday's tomorrow, come to an end, but wait for tomorrowland", con accordi di chitarra sempre ricercati e sognanti.
Ottima anche la scelta della cover del disco: "Soldier of fortune", che non valica l'originale, sebbene John Cavaliere abbia un timbro più espressivo di Coverdale. "Bleeding world" presenta una variazione antinomica che ossigena con la sincope. Mentre "Faces of war" ricorda abbastanza "Sacrified sons" dei Dream Theater.
"Another dawn" riprende tra l'altro il ritmo di "Bleeding world", una nenia funerea, aggravata da una prestazione stupenda al microfono, tra lirico e scream.
Il disco conclude poi con un altro capovolgimento melodico, preceduto da un'intro classica, che assoggetta la melodia a dei rintocchi dai bei testi: "...in amazement she lays in a bed, wondering into her head. The silence is broken by cries, a new, life has begun. The kingdom above, or the kingdom below, where will you end?" chiudendo il disco a 60 minuti o' clock.
Per le mie orecchie questo è il disco meglio riuscito alla band.
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