Derivativi? Certo. Anche la pasta alla norma di mia nonna è derivativa. La ricetta non l'ha certo inventata lei, e chissà quanti si saranno cimentati prima con ottimi risultati.

Eppure la norma di mia nonna spacca come poche cose al mondo.

Quindi, asteniamoci dal fare inutili recriminazioni sulle ovvie fonti d'ispirazione (Cure, Joy Division, New Order, Simple Minds, e via dicendo), superiamo con coraggio quei processi di etichettatura (dark-wave, synth-pop) che sembrano voler bollare come non più proponibile un genere ormai da tempo sviscerato, e approcciamoci senza pregiudizi a quest'album.

Se la vostra sensibilità risuona a sufficienza con la mia, ci troverete molti momenti speciali.

Reminiscenze di estati magiche à la New Gold Dream, forse vissute, forse solo sognate (It’s Conditional); meraviglioso smarrimento nel perdersi in dei misteriosi, notturni boschi (Woods) che rievocano la Forest di Smithiana memoria; rapimento ipnotico, estatico, al cospetto della maestà del firmamento (A Million Billion Stars); una leggiadria irresistibile, fresca come una brezza primaverile, che accompagna i movimenti di Self Guided Tours.

Il tutto attraversato da un fil rouge di sistematica, incrollabile umanità che si fa largo tra i suoni sintetici ed emerge ancora più cristallina.

Che dire? Quando il mondo affila le sue lame, e certe spiagge sono lontane, aprire un disco e tornare là…non male.

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