Un disco triste, decisamente triste, ma non dobbiamo giudicare l'ottimismo o il pessimismo di una band, dobbiamo giudicare come riescono a trasmettere i loro sentimenti. Tristezza, depressione, rimorso, sconfitta, fallimento, oblio, silenzio, promessa, vuoto, paranoia, tutti questi stati d'animo raccontati con dei testi brevi ma estremamente intensi, un cantato così emotivo che ti cattura e ti trascina a guardar da vicino tutti il male che c'è in questo mondo. Ti spinge anche a guardarti allo specchio per notare che nel riflesso oltre la tua immagine c'è tanta sofferenza e non è tutto come appare ai tuoi occhi.
Dal punto di vista strumentale vale lo stesso discorso degli stati d'animo... In soli tre pezzi (anche se per una durata totale di 55 min.) riescono a racchiudere Ambient, Doom, Drone, Stoner, Atmospheric Sludge e un pizzico di Post Rock, una via crucis di sole tre stazioni, e in ognuna si discute di un diverso problema sociale, ma il bello di questo disco è che nonostante la pesantezza del suono e dei testi, riesce a scorrere limpido, la parte più dura forse è all'inizio, dove in "A Descriptive Introduction" si intrecciano l'ambient e il drone, ma per il resto la batteria funge da ottimo accompagnamento per attraversare le distorsioni più fangose ed i lampi di un synth inquietante e psichico (avvolgente in "There Will Be Tomorrow"). E in "The Reality of Silence" il cantante mi fa quasi piangere, raccontando di vite che svaniscono, di anime che bruciano per colpa di una guerra silenziosa, che tappezzerà con i nostri corpi gli strappi di questo mondo.
Dalle influenze del passato dei componenti si potrebbero accostare ai Godflesh, ma a me ricordano più i Minsk, stesso cantato sofferente ma pulito. Ovviamente i paragoni servono solo per avere dei vaghi punti di riferimento, questo lavoro è tanto esclusivo quanto originale.
Buon ascolto e buona riflessione a tutti.
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