1) Che questo disco si distacca dal precedente e che rievoca invece gli esordi del gruppo è già stato detto; 2) che i BRMC suonano ancora come Jesus & Mary Chain ma adesso strizzano l'occhio anche a U2 (see, see...), Oasis (ahia!), Arctic Monkeys (ma dai!), anche; 3) che suona più europeo che americano, detto stra-detto. Cosa resta da dire allora? Che magari si può non essere d'accordo con quanto scritto fin qui, ad esempio.
1) Baby 81 arriva nel 2007, e si sente. Peter Hayes durante la lavorazione di "Howl" (A.D. 2005) si è esercitato a fare la voce sexy (anche quando canta di Dio), quasi a gemere, e ora lo fa come nessun altro. Incitazioni ed eccitazioni a parte, c'è un soffio di spiritualità dalla prima all'ultima traccia di questo Baby 81 e chi non se n'è accorto lo ascolti meglio.
2) I BRMC suonano come i BRMC e strizzano l'occhio a se stessi (a costo di restarci ciechi). Grunge, brit-pop, blues, roots. Uno ci può sentire dentro i Supergrass, un altro i Pearl Jam, uno Damon Albarn, uno Kurt Cobain, un altro sua nonna. In realtà si tratta solo di un mero fatto fisiologico: uno espira in buona parte quello che inspira, magari un po' più sporco oppure semplicemente metabolizzato. I BRMC come chiunque altro sono figli del proprio tempo e delle proprie passioni, ma a questa gara al "chi ti ricorda?" si può anche scegliere di non partecipare.
3) I BRMC sono anche figli dei propri spazi e non a caso 2/3 della formazione, Hayes e Turner, vengono da San Francisco mentre 1/3 (Iago,il ragazzo alla batteria) dal Regno Unito. Ci aveva lasciati, but now he's back. E meno male. La sua assenza in "Howl" (dovuta, pare, alla scadenza del permesso di soggiorno in terra yankee) si sentiva ecccoooome. Ma ora che è tornato a far agitare le bacchette, l'aria si muove di nuovo al ritmo della ribellione in Harley Davidson.
E chi scrive, mentre lo scrive, alle 5 di mattina di domenica, non può non disperarsi al pensiero di come sarebbe stata la (seppur splendida) "Ain't No Easy Way Out" con l'inglesino al suo posto, mannaggia. E, sempre chi scrive, si sta accorgendo che questa DeRencensione fino a qui non ha DeScritto un granchè del disco.
Allora, in due parole, istruzioni per l'uso: ascoltare "Took Out A Loan" sapendo che purtroppo, dopo poco più di 3 minuti, finirà (raro esempio di come un unico riff ripetuto invece che stancare, rende insaziabili). Ascoltare "Berlin" prestando poca attenzione alle liriche (Suicide's easy, what happened to the revolution), e molta alla voce di Peter (che non fa che gemere uhm, uhm, uhm...), saltando come forsennati e (se si appartiene al genere femminile, pronte a mordersi le labbra). Ascoltare "666 Conducer" (languida, trascinante, quasi perfetta) ad occhi chiusi, fumando e, se non si fuma, cominciare a fumare. Ascoltare "Weapon Of Choice" guidando e cantado-urlandola. Ascoltare (per chi ce l'ha) l'ultima traccia "The Likes of you" (bonus track per la versione UK) ballando, anche da soli, anzi meglio da soli. Ascoltare tutte le altre tracce. Tutte. Non è meraviglioso non doverne saltare nemmeno una?
It's only rock'n'roll, but it's all we want.
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