Avere maggiori possibilità implica dover saper fare delle migliori scelte. Nell’ambito musicale inevitabilmente molte persone non hanno tenuto ben conto di questo, volendo strafare così creando senza accorgersene musica kitch (che, per carità, fatta in un certo modo può anche essere bella). Al contrario i B.R.M.C. fanno musica ispirata, dal suono fresco (quasi freddo) e al contempo chiaroscurale. I B.R.M.C. infatti esplorano i territori del bianco e del nero nelle loro gradazioni, senza soffermarsi nei difficili territori del colore. La loro musica spazia dalla luce bianca del giorno alle ombre, da dolci melodie a un tocco di solennità gotica, passando per atmosfere che evocano serenità della natura, da ritmi coinvolgenti a muri di chitarre shoegaze e fragorose digressioni lisergiche, come pochissime se ne sentono negli ultimi anni. Siccome mentre si ascolta il disco, si ammira anche la custodia, perfetto è l’abbinamento alla musica delle immagini in bianco e nero della copertina.

I chitarroni ritmati e (stilizzatamente) sporchi dal ritmo travolgente che si impennano fino al cielo di Red Eyes and Tears e Love Burns (l’apertura del disco, piena di pathos che è introdotta da suoni dall’ atmosfera annebbiata), le lente, scorrevoli e potenti digressioni di As Sure As The Sun e il punk di Spread Your Love e Whatever Happened To My Rock'n'Roll (punk song) sono i manifesti del disco. I critici hanno praragonato il trio (Peter Hayes e Robert Turner, di San Francisco e l'inglese Nick Jago alla batteria) agli inglesi Jesus & Mary Chain: io non conosco questi tranne un paio di canzoni ma azzarderei nel dire che i B.R.M.C. siano più psichedelici mentre i Jesus… siano più vicini alle sonorità anni  '80. Per i puristi del rock questo disco deve essere assolutamente ascoltato.

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