Che non sarà il miglior concerto dei BRMC si capisce da subito.
Le transenne di Valle Giulia aprono solo alle 21 e tutti i presenti in fila (comunque non più di una sessantina di persone) nascondono a stento il rammarico per non essere al di là di Villa Borghese dove da circa un ora si stanno esibendo Kruder & Dorfmeister.

Verso le 22 si apprende che il gruppo spalla, i belgi Millionaire non suoneranno (qualcuno li dà dispersi per la capitale) e che al loro posto toccherà ai nostri Zen.
Dopo più di un'ora è la volta dei tanto attesi BRMC.

La prima cosa che salta al'occhio è che la band americana sembra in realtà provenire da qualche paese sperduto in Groenlandia o ancora peggio in Siberia. Per tutta la durata del concerto i tre tengono i visi chini sugli strumenti, mai un sorriso o un cenno al pubblico, se non ogni tanto un sofferto 'Thank You'.

E se la presenza scenica è zero, l'interpretazione live non vale certo 20 euro. A parte l'iniziale 'Red & Tears', di cui viene subito dopo eseguita una reprise il resto delle canzoni vengono suonate come sul disco, mai un'improvvisazione o una scaltra variazione (anzi in 'White Palms' eliminano l'azzeccato finale acustico).
A questo aggiungeteci la presenza on-stage di un batterista completamente assente, che più di una volta addirittura manda fuori tempo gli altri membri del gruppo, e avete completato il quadro di un concerto decisamente sotto tono.

L'album di debutto li ha imposti, anche per giusti meriti, all'attenzione generale e delle loro performance live si è comunque sempre parlato positivamente, semplicemente a Valle Giulia hanno fatto presenza. O forse anche loro volevano essere sulla terrazza del Pincio da Kruder & Dorfmeister.

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