Ieri ho fatto una passeggiata serale nella neve: lastra ghiacciata, e sono caduto un paio di volte. Tutto ciò mi ha fatto maledire la neve e le sue conseguenze. Ma come si fa a dire "oooohh, che bello,nevica!" quando si sa che causerà 1000 incidenti e magari qualche morto?! Bah! Nel tascone interno della giacca, anzi, del giubbo :) trovo il lettore portatile con questo disco inserito. Appena lo accendo la neve diventa più candida, soffice ed il paesaggio diventa una poesia, un paesaggio di Tim Burton, levando però tutta la sua ironia (e raschiando ben bene il fondo anche). Risultato: Lobotomia Totale.

Il folk gotico decadente spettrale glaciale di questo gruppo fondato da Sam Rosenthal (fondatore dell'etichetta Project, di cui fa parte anche il suddetto disco), presenta meno aperture orchestrali rispetto ai precedenti, e fa più uso di chitarre acustiche e soprattutto... il flauto... aaahh quel maledetto flauto struggente che ti fa sentire come quando sei rincoglionito per aver pianto troppo.

Vogliamo parlare delle voci, sia maschili che femminili? Di un altro tempo, ancestrali. Lui sembra un bardo appartenente alla categoria dei semidei, che ti racconta le sofferenze epiche del suo mondo. Lei sembra una principessa morta 800 anni fa, carnagione pallida, vestaglia usata per il suo funerale, scalza, e che canta levitando a 2 metri da terra. Avrete intuito quanto c'è di mistico a sacro in questo disco, con quel pessimismo monumentale e quelle dichiarazioni d'amore eterno tra persone ormai defunte, che appartengono a mondi diversi e quindi non si potranno mai più sfiorare ("knock three times on your coffin if you want my love"). Quelle cattedrali dove un tempo hanno sofferto persone in una maniera tale che noi non possiamo immaginare. Un'atmosfera che ti cattura con il suo fascino, ma dalla quale vuoi sfuggire il prima possibile, visto il nero che ti imprime nel cuore. Ogni volta che il cd finisce mi ripeto: "non so se riuscirò ad ascoltarlo ancora". Questo è il gotico signori miei, non gli Evanescence.
P.S. Ho ascoltato questo disco ripetutamente mentre leggevo "Il Profumo" di Suskind"... Niente di più azzeccato.

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