Dopo i meravigliosi "Shadow Of The Moon" e "Under A Violet Moon" la saga dei Blackmore's Night prosegue nel 2001 con "Fires At Midnight", un disco che nonostante i settanta minuti di durata non presenta cadute di stile, riempitivi e punti morti, trasportando l'ascoltatore in un viaggio senza tempo sospeso tra musica medievale, folk con influenze etniche e l'energia rock che torna a sgorgare dalla ritrovata chitarra elettrica di Ritchie Blackmore, aggiungendo un nuovo elemento che arricchisce ulteriormente il sound già eclettico e variegato di questo meraviglioso progetto musicale.
L'evoluzione rispetto ai primi due album si avverte già dall'opener "Written In The Stars" che dopo un inizio molto soft dominato dalla suadente voce di Candice si trasforma in una cavalcata dai toni epici sorretta dalla chitarra dell'Uomo in Nero, in "I Still Remember", che riprende le sonorità orientaleggianti di "Morning Star" rielaborandole in chiave più rock e soprattutto da canzoni come la titletrack "Fires At Midnight", evocativa di antiche superstizioni e riti magici e "Storm", intrisa di romantica contemplazione della potenza della natura, due visionari affreschi del lato più oscuro di un mondo ormai perduto, caratterizzati da sonorità inquiete e notturne, molto articolati a livello musicale e ricchi di cambi di tempo senza mai risultare artificiosi e stucchevoli, ma "Fires At Midnight" non è solo rock epicheggiante: è un album molto articolato, pieno di sfaccettature, che ad ogni brano mostra qualcosa di diverso, dalla movimentata e coinvolgente tarantella di "Home Again" al retrogusto primaverile e leggiadro di "Crowning Of The King" passando per ballate come la struggente "Hanging Tree" e la dolcissima "Midwinter's Night", parzialmente cantata in provenzale, fino ad arrivare ad "All Because Of You", che inaspettatamente vira verso sonorità piacevolmente pop-rock e al singolo di lancio dell'album, la dylaniana "The Times They Are A Changing", unica cover del disco, magistralmente trasformata in un minuetto medievale in perfetto stile Blackmore's Night e interpretata alla perfezione dalla meravigliosa voce di Candice.
"Castles And Dreams" è l'ennesima dimostrazione che il talento non ha età: onore a Ritchie Blackmore che come molti altri suoi colleghi avrebbe potuto vivere di rendita su quanto di grande fatto in passato con i Deep Purple e con i Rainbow; nessuno avrebbe mai potuto fargliene una colpa, e invece ha preferito rimettersi in gioco fregandosene delle logiche di mercato e seguendo il suo istinto e la sua voglia di continuare ad essere un musicista al 100%, vivendo così una meravigliosa seconda giovinezza che ci ha regalato delle perle come questo album del 2001, perfetto come colonna sonora delle lunghe e fredde sere d'autunno. Forse la valutazione più adatta sarebbe quattro stelle, ma per lo spessore musicale, per l'eclettismo, per Candice, una delle voce femminili più espressive e sensuali dell'intero panorama mondiale, per il coraggio di Ritchie, per l'ispirazione che anima questo progetto, perché mai non assegnare il massimo voto?
Carico i commenti... con calma