E' inevitabile che per un artista, molto conosciuto da pochi e poco conosciuto da molti, la vita privata vada molte volte a coincidere con la vita pubblica, con tutte le conseguenze del caso. Così, quando il fato ha voluto che sua moglie Debbie morisse dopo una serie di ictus, Blaze Bayley ha inevitabilmente assaporato l'amaro gusto della vita, perdendo quella che era la sua zolletta di zucchero preferita. La sua vita privata e di riflesso quindi quella pubblica, ha avuto uno scossone di magnitudo elevatissima e l'unico modo per combattere il periodo di depressione vissuto dopo la perdita della moglie, era tornare in studio e riappropiarsi della sua musica: l'heavy metal, quello diretto e senza fronzoli, uno degli ultimi baluardi su una scena ormai quasi del tutto satura di proposte ultra commerciali e fuori dal mondo. Su questa scia di eventi nasce Promise and terror, secondo album sotto il monicker completo e quinto da quando diede inizio alla sua carriera solista con Silicon Messiah.

Dalla copertina per continuare con l'atmosfera stessa sprigionata dagli undici brani si può capire che la morte di Debbie abbia notevolmente influenzato Blaze per quanto riguarda la composizione stilistica dell'album. Canzoni maggiormente heavy rispetto al passato, governate da un piglio più aggressivo del solito e a volte inframmezzate da aperture melodiche fugaci ma sapientemente posizionate per donare un senso di continuità consono all'intero lavoro. Nel complesso Promise and terror non è nulla di straordinario, eppure fin dall'inizio di quest'avventura solista, il buon vecchio Blaze non ha mai sbagliato: non parliamo di capolavori assoluti, ma la propria firma l'ha sempre posta con fermezza, continuando a produrre e a cantare ciò che più gli piace senza deludere le aspettative dei fans. Per questo motivo "Madness and sorrow", "God of speed", "The trace of things that have no words", così come "Time to dare", ci mostrano un vocalist ancora pieno di voglia di fare, nonostante il momento difficile. Un album che si mantiene su livelli più che dignitosi per la sua intera durata, sebbene gli ultimi due episodi tralasciabili, che potrebbero sembrare anche riempitivi.

A pochi mesi dalla sua uscita Promise and terror ha comunque fatto parlare di se, soprattutto per la firma che porta. Un nome che nel bene o nel male ha sempre e comunque fatto discutere. A Blaze Bayley possiamo imputare il fatto di non possedere una voce strabiliante, di proporre una solfa ormai troppo simile a se stessa, eppure ha continuato a battere sulla stessa strada, incurante delle innumerevoli critiche, che più volte hanno rischiato di farlo cadere a faccia in giù sull'asfalto. Un mestierante, ma uno di quelli coerenti con se stessi...

  1. "Watching The Night Sky" (3:36)
  2. "Madness And Sorrow" (3:09)
  3. "1633" (6:04)
  4. "God Of Speed" (5:48)
  5. "City Of Bones" (6:26)
  6. "Faceless" (3:46)
  7. "Time To Dare" (5:41)
  8. "Surrounded By Sadness" (3:59)
  9. "The Trace Of Things That Have No Words" (5:49)
  10. "Letting Go Of The World" (6:24)
  11. "Comfortable In Darkness" (5:00)
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