Che emozione.

Avere finalmente tra le mani il nuovo disco dei Blind Guardian è davvero un'emozione. Mi soffermo ad osservarne la copertina, davvero bella, un'immagine potente, forse meno particolare di quelle presenti su dischi come "Tales from the Twilight World", "Nightfall in Middle Earth" o il recentissimo "Live". Ma potente, ed è importante che lo sia, perchè altrettanto deve esserlo il ritorno dei Blind Guardian sul campo di battaglia! Vediamo se così si è rivelato.

Andiamo per ordine, e il disco si apre con "This Will Never End": un pezzo senz'altro di impatto, che riesce a stregare con melodie non convenzionali, a testimoniare fin da subito che dietro c'è il lavoro di gente che le canzoni le sa pensare davvero. È un brano trascinante, che con agilità trasporta velocemente dalle prime strofe al refrain, davvero bellissimo e si riconosce subito il marchio Blind Guardian. Apro solo una parentesi: in questa recensione mi preme sottolineare alcuni veri e propri colpi di genio che solo certi gruppi sanno trovare, i Blind Guardian sono tra questi, e iniziano fin da questo primo titolo: la strofa "each single breath inspires you, come to an end-expire" è qualcosa di fantastico sia per la melodia diversa dal resto della canzone che l'accompagna, sia per la scelta di dove posizionarla nel brano, sia per le parole stesse. Insomma direi che si parte benissimo!

Passiamo a "Otherland": questo brano è imponente, di ampio respiro, ma riesce a rapire subito anch'esso per una costruzione azzeccatissima e un particolare fraseggio iniziale del cantato. Niente da dire, se non che continua nell'opera della precedente canzone di accoglierci in una sorta di vera e propria dimensione parallela, abilità propria della bella musica e in cui i Blind Guardian sono maestri da tempo. "Turn the Page": qui si arriva ad un capolavoro vero e proprio. Bisogna inchinarsi di fronte a una tale opera di genio. Uno stampo medievaleggiante impresso su una canzone che ci invita a perderci nel suo ritmo senza interruzioni, allegra, luminosa e nello stesso tempo epica, il classico "che solo loro potevano scrivere", inarrestabile ma armonioso come un rapido ruscello. Per me il massimo raggiunto in questo disco. Colpo di genio: forse lo avete pensato anche voi, comunque per me è l'inizio della strofa dopo il coro di refrain, quando per due versi è protagonista solo la voce e canta "We do not believe in lies, do not believe in lies". Secondo me al concerto in quel momento sarà fantastico cantare tutti insieme questi due versi.

"Fly": siamo al tanto discusso primo singolo estratto, la canzone "diversa". In effetti è particolare, in tutto, sia nel cantato, sia nella musica. Per me è un altro grande brano centrato alla grande, la cosa che più stupisce e la sensazione di volo che dà, come da titolo del resto. Il momento di raccoglimento concesso dall strofa "No one ever dares to speak... make believe" e dal suo accompagnamento con percussioni esotiche non è altro che il trampolino di lancio per il momento che verrà dopo con il coro, e rende il tutto ancora più esplosivo! Qui un colpetto di genio lo si può individuare nei due versi in inizio canzone, "Fly, Out with the light", cantati con un acuto melodioso bellissimo che a mio avviso cattura parecchio l'attenzione. Più che colpo di genio, lo definirei un tocco di classe. "Carry The Blessed Home": la prima ballata. Parte con un cantato tranquillo, che sarà poi intervallato da un coro molto trascinante. Bè, un'ennesima prova della facilità con cui i Blind Guardian tessono morbide trame evocative su cui adagiarsi per sognare ancora. Secondo me anche la scelta di posizionarla a questo punto del disco è intelligente, serve infatti anche a riprendere fiato dai pezzi precedenti e consente di tirare una prima volta le somme di ciò che si è ascoltato. Secondo me il risultato a questo punto è più che buono!

"Another Stranger Me": questo è un bel pezzo di facile ascolto, che convince da subito quando forse le precedenti canzoni, pur essendo capolavori necessitavano di un secondo ascolto per essere apprezzate appieno (adoro quando un disco presenta pezzi di questo genere eh eh). "Straight Through The Mirror": una canzone nella norma, anche questo facile da apprezzare, mi piace soprattutto il lungo assolo di chitarra centrale. Bello il coro del refrain! A mio avviso l'unica cosa di cui necessiterebbe per essere migliore è un cantato più aggressivo, meno pulito. "Lionheart": Secondo me è una gran bella canzone, ha solo bisogno del giusto approccio. Nel senso che ascoltata di sfuggita può sembrare monotona. Se però invece la si riesce a fruire in tranquillità senza distrazioni, risulta essere molto intensa e anche qua c'è un assolo piuttosto particolare di chitarra che mi è piaciuto molto! "Skalds And Shadows": seconda ballata del disco. Qui siamo di fronte ad una degna successione per "Past and Future Secret": melodia medievaleggiante, cantato ispirato e un testo che scorre fluido lungo il limpido accompagnamento musicale. Cattura fin dall'inizio con un elegante arpeggio. Regala secondi di pura emozione nei versi cantati in coro "See me in the shadows". . . altro momento estremamente Blind Guardian!

"The Edge": attacca con un martellamento davvero potente di batteria e chitarra ritmica, con trombe di battaglia in sottofondo, poi il cantato stempera un po' l'atmosfera creata, avrei preferito una cosa più aggressivamente epica. Comunque il pezzo non per questo si perde per strada, mantiene piuttosto alta la sua carica. Insomma non il migliore del disco ma non per questo non apprezzabile. "The New Order": parte alla grande, introdotta da una strofa di sottovoce e crescendo quindi di intensità. Poi si mantiene su un alto livello di forza, senza momenti di vero genio, ma senza cmq annoiare. "Dead Sound Of Misery": qui i Blind Guardian ci stupiscono con il recupero del pezzo introduttivo di "Fly", e con una struttura che vagamente la ricorda, però tutto è più evanescente. Vengono anche recuperati alcuni piccoli assoli, insomma una specie di rivisitazione di "Fly" sotto una diversa luce. Preferisco la prima, comunque un modo interessante di concludere il disco, quasi un ricordo dell'esperienza che è stata questo disco.

In definitiva un disco ottimo, che appassiona, che stupisce, che porta il sorriso sul viso. Canzoni in media ottime con alcuni veri e propri capolavori.

Capolavori che non vedo l'ora di sperimentare dal vivo domani sera, in mezzo alla folla, a Firenze, con il Guardiano Cieco come guida... follow the blind.

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