Qui c'è una musica che trasmette all'anima qualcosa di essenziale e prezioso, qualcosa di così potente e profondo che quasi si ha paura ad usare le parole
Di fronte a certe espressioni dell'arte non si può che rimanere in silenzio, che queste espressioni fanno il loro lavoro, toccano dove devono toccare, scavano dove devono scavare, aldilà delle parole.
Il problema è che io sono una gallina starnazzante tendente al delirio...e parlo, parlo, parlo...parlo anche se dovrei star zitto.
E mi viene in mente Van Gogh...
Van gogh era un anima eccessiva, uno che sentiva troppo e sentire troppo non va mai bene, che quelli che sentono troppo solitamente fanno una brutta fine
Per dire, anche al nostro Blind Willie Johnson non è andata troppo bene. E, infatti, pure lui mi ha sempre dato l'idea di uno che sentiva troppo.
E comunque, Van Gogh mi è venuto in mente perché prima di mettersi a dipingere faceva il predicatore, ovvero era uno che lodava il signore.
Blind Willie Johnson aveva una voce rauca, tossicchiante e spigolosa. E anche la pittura di Van Gogh era rauca, tossicchiante e spigolosa. Oddio, a dire il vero, magari spigolosa no, ma non fa niente.
No, non fa niente..
Blind Willie Johson aveva una voce che dimorava nella gola e che dalla gola sembrava uscire a fatica grazie soltanto allo sforzo immane dell'uomo di fede.
E quando la sentivi, oltre a farti rizzare i capelli in testa, ti ricordava che per lodare il signore non basta la voce degli angeli.
Che, si, lo scopo di Blind Willie Johnson era proprio quello, lodare il signore. E farlo con quella voce è stata la sua grandezza
Che poi non solo la voce, visto che c'era anche una lama di coltello a sfregiare le corde della chitarra.
La voce di Van Gogh invece chissà com’era...certo la sua lama di coltello era il tubetto di colore spremuto fino in fondo.
Blind willie Johnson era nero, ovviamente, e da fanciullino una matrigna pazza gli gettò addosso il contenuto della tinozza del bucato, acqua e candeggina, rendendolo cieco.
Lui, l'avrete capito, reagì con la musica e con la fede e nel tempo maturò un favoloso stile dove il gospel incontrava il blues..
Dio e il diavolo quindi, il cielo e la vita.
Immaginate la carica ascensionale della musica sacra invischiata nel gorgo terreno di quella voce catarrosa, immaginate qualcosa che è prigioniero e vuole uscir fuori.
Qualcosa che lotta per liberarsi senza riuscirci mai
Immaginate tutto questo e avrete la commozione. Come di fronte a un quadro di Van Gogh o a un’opera di quei pittori pazzi che dipingevano solo perché dovevano dipingere e non certo per fare arte.
Che quella di Blind Willie Johnson è arte, anche se con l’arte non c'entra un cazzo. Che l'arte è quasi sempre un di più e qui, invece, tutto è essenziale.
Blind Willie Johnson era semplicemente uno che doveva suonare e lodare il signore... E, come una specie di busker/predicatore che aveva come pulpito la strada, suonare ha suonato e lodare ha lodato per tutta la vita.
E' morto povero, qualche giorno dopo che la sua casa era bruciata e non avendo dove andare si è beccato una polmonite.
Mi piace pensare però che, con tutta quella fede, abbia vissuto, a modo suo, una vita felice.
Ma non abbiamo detto tutto.
Non abbiamo detto di quando la moglie Angeline cantava con lui, non abbiamo detto di quell’impressionante yin e yang emozionale fatto di voce ruggine e voce d’angelo.
E non abbiamo detto abbastanza di quella chitarra...
Si certo, la tecnica slide, la lama di coltello, ma come è possibile che quella chitarra non sembri una soltanto, come è possibile quel suono tumultuoso, sferragliante e zigzagante che ti scava dentro?
E’ che quel suono, formidabile anche se lasciato a se stesso, era l’unico possibile per accompagnare quella voce che rilasciava scintille.
Scintille, si...ascoltate questo disco e le scintille invaderanno la vostra stanza e poi vi entreranno dentro.
E vi si torcerà l’anima e vi ribollirà il sangue.
Si, vi ribollirà il sangue...
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