Non guardo molto Mtv. Ho "scoperto" i Blink due o tre anni fa, tramite un amico di mio fratello minore che possiede l'ultimo loro cd, il self-titled. Trovandolo interessante decisi di documentarmi in un viaggio a ritroso sui loro lavori precedenti. Così sono arrivato a "Dude Ranch" (1997). Questo cd mi ha stupito molto; le sonorità, i temi e persino le voci dei vocals sono molto differenti rispetto a quelle ascoltate in "Enema Of The State" e "Take Your Pants Off And Jacket", e si sente l'influenza dei Bad Religion e dei Descendents, anche se non macano elementi pop. La line up di quest'album vede Tom e Mark Vocalist con il primo alla chitarra e il secondo al basso, alla batteria c'è Raynor.
Il cd si apre con "Pathetic", pezzo veloce e "Voyeur", nel quale Tom descrive di quando si nascondeva a spiare una ragazza con la mutande calate, e spera invano di vincere la timidezza e conoscerla. "Cazzo!", questo il mio commento quando è iniziata la terza traccia: "Dammit". Si apre con un riff spettacolare e coinvolgente inventato da Mark con una chitarra alla quale mancavano 2 corde, e prosegue con la voce dello stesso Mark che urla cosa è successo: ha perso la sua ragazza. Il ritornello cala un po' d'intensità, problema ovviato nei live, dove viene cantato dala voce rauca di Tom. Altre track di rilievo sono "Dick Lips", "Untitled", "Apple Shampoo", "Emo", "I'm Sorry" e la fortunatissima "Josie", nel cui video compare una Alissa Milano da giovane. Molto simpatica "Degenerate", che parla di un alcolizzato che va in galera dove serpeggia la leggenda della saponetta :).
Un cd da mettere su nei momenti di svago, per divertirsi: non so voi ma quando parte "Dammit" io corro a ballare come uno scemo! Insomma un album molto veloce (la media dei brani non supera i 2 minuti e 50), del quale non mi sento di sconsigliare nessuna canzone, il cui, forse, punto a sfavore è la ripetitività di alcuni brani come "Lemmings", "Waggy" e "A New Hope". I brani, inoltre, sono spesso seguiti da frasi parlate, sicuramente simpatiche le prime volte, ma molto scoccianti negli ascolti successivi.
Penso sia innegabile una certa cultura musicale del gruppo in questione, che ha coverato gente come Dinosaur Jr, Billy Idol e i Cure, e ha fatto sei anni di gavetta e di tour, prima di arrivare al successo commerciale. Quest'album infatti apre la strada al trio di San Diego che forte del successo, comincerà a proporre brani sempre più pop e a trattare argomenti meno "osceni" e meno sentiti, per allargare il proprio prodotto ai più. Significativo a tal proposito l'abbandono di Raynor, che visto l'andazzo commerciale della band, si ritira e viene rimpiazzato dal talentuoso Barker.
In conclusione il mio voto è 3 per l'album ma metto 4 per attaccamento e simpatia (i video di "Dammit" e "Josie" sono esilaranti) e perchè almeno nei live sanno suonare e coinvolgere il pubblico. Mai stati un gruppo punk come i coetanei Casualties e New Bomb Turks, ma di sicuro questo è il loro tentativo più riuscito, insieme (secondo il mio modestssimo parere) al self-titled.
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