Sono ormai lontani i tempi delle superiori, gli anni di MTV, della folla urlante in Piazza del Duomo sotto la terrazza di TRL occupata da Marco Maccarini, Giorgia Surina, Andrea Pezzi e (ultimo ma non ultimo) Alessandro Catellan. E sono passati più di vent’anni dalla pubblicazione di “Enema of the State”. Al cinema usciva American Pie e i nostri Blink 182 ne fecero anche parte con un cameo e la loro “Mutt”.

Dopo ventitre anni “What’s My Age Again?” ci diverte ancora come un tempo e ancora ridiamo vedendo Mark, Tom e Travis correre sul bagnasciuga come mamma li ha fatti. E’ stata la colonna sonora della nostra primavera, poi estate ma anche dell’autunno e del successivo inverno. E’ rimasta nelle teste anche “All The Small Things” con il suo video parodia e “Adam’s Song”, con quel suo riff pizzicato e il mood malinconico, che non ci hanno mai abbandonato. Che tempi. Che figata.

Abbiamo scoperto la discografia a ritroso, andando a scavare nel grezzume più profondo del pop punk californiano, con quella voce stonata e starnazzante, che ci faceva pensare a feste alcoliche e serate di sesso estremo (onanismo, sarebbe più onesto dire). Poi abbiamo continuato il viaggio con la genialità di “Take Off Your Pants and Jacket” (e lo stucchevole gioco di parole del titolo). Ce li siamo goduti alla grande i tre ragazzacci di Poway e mentre imboccavano progetti paralleli, tra qualche litigio e risentimento, noi non ci siamo resi conto che qualcosa di irreversibile stava succedendo. Nel frattempo arrivò sugli scaffali di Mariposa un discreto ma insufficiente self-titled, e un Greatest Hits, travestito da succoso contentino. Poi l’assenza non motivata del trio al Music for Relief (fondato dai Linkin Park per dare supporto alle vittime di eventi naturali catastrofici) a sostegno delle vittime dello Tsunami dell’Oceano Indiano avvenuto nel 2005. Alla fine, lo scioglimento. Tom fondò gli Angels&Airwaves, Mark e Travis i +44, con i quali fecero un unico album niente male, per poi sparire. Poi carte mescolate: Tom e Travis senza Mark con i Box Car Racer, Travis da solo con i Transplants e da solista con collaborazioni a perdita d’orecchio.

L’incidente in elicottero sempre di Travis, salvato forse dagli stessi angeli della band di Tom, la reunion e un nuovo brutto disco “Neighborhoods”, inquinato palesemente dai sintetizzatori e loop elettronici propri delle sonorità in trasferta della band di DeLonge.

La rottura con la Interscope Records, l’inutile EP “Dogs Eating Dogs” e poi ancora la confusione. Incomprensioni, litigi, tira e molla attraverso i social e di nuovo ognuno per la sua strada.

I nuovi Blink senza Tom assumono Matt Skiba degli Alkaline Trio. E’ l’alba di una nuova era, che seppellisce il passato e ci prova a convincere che ci sarà un florido futuro.

“California” (e poi la sua riedizione Deluxe) e “Nine” non sono malaccio, hanno una bella copertina e ci portano una manciata di singoli interessanti (No Heart to Speak Of, tra i migliori). Ma senza troppe pretese e poca anima. Matt Skiba fa il suo ma non è cafoncello e amante degli alieni come Tom. E non fa parte della famiglia, parliamoci chiaro. Canta con quella sua vocina timida, che sembra uscita dalla gola di qualche sempliciotto concorrente di Amici di Maria De Filippi; tiene il palco come un impiegato di borsa e non spicca praticamente mai. Di “alcalino” ha forse solo il rapporto tra il suo corpo e i liquidi ingeriti. Da questa nuova esperienza estrapoliamo soprattutto un’amara consapevolezza: I Blink 182, per come li conoscevamo, non esistono più.

Due anni di pandemia ci fanno pensare a ben altro, le mascherine diminuiscono e arriviamo ai giorni nostri. Autunno 2022. Mi sto facendo i fatti miei, quando una notifica Instagram attira la mia attenzione, calando sul display dal menù a tendina. Clicco, il 4g arranca un po’, poi si apre il post. Avete presente quegli schiaffoni a mano aperta ricevuti dalla tipa che vi piace, a titolo di riappacificazione? Gioia che copre il dolore, quindi. Sarà l’ennesimo post di Travis Barker sul suo matrimonio con Kourtney Kardashian a Portofino, penso. Invece no. Un video che parte con una super gnoccolona sdraiata in piscina, un evidente riferimento alla sessualità parodistica del passato e la frase ricorrente dei protagonisti: “They’re gonna come!”

Controllo meglio, scorro i commenti, giro per le varie pagine web e poi ho la conferma ufficiale: i Blink, per come ce li ricordavamo, sono tornati. Le news parlano anche di un tour (tutt’altro che imminente) di quasi due anni, che partirà a un anno dalla reunion. Si annusa aria di secondary ticketing, i biglietti sono in vendita al costo di un rene e una cornea e mentre la parte più attiva del mio cervello prova anche solo a ragionare sul da farsi, mi accorgo che sono già esauriti. Fedez ne avrà uno per sé e per tutta la sua famiglia social, rifletto incazzato.

Ma ohibò. Ci sono anche delle buone notizie. È già disponibile il nuovo singolo, che preannuncia con larghissimo anticipo il nuovo album. Il pezzo si chiama “EDGING” ed è scritto in maiuscolo. Sarà qualcosa di grosso, penso tra me e la parte ancora sveglia del mio cervello. Poi mi viene in mente cosa vuol dire quel titolo in italiano: controllo dell’orgasmo. Bei ricordi, penso ancora. E metto in conto di dovermi cambiare.

Apro Spotify, mi metto comodo e faccio partire la traccia, curioso e anche un po’ sudato, perché ho già iniziato a trattenermi, metti che. Travis tamburella, entra subito Tom ed è immediatamente revival dei tempi d’oro. Le voci si scambiano e arriva Mark, il riff in sottofondo è banale ma richiama le classiche sonorità di un tempo. Allaccio le cinture e aspetto il decollo. Il riff va in loop e arriviamo al ritornello. Inarco le labbra, ripenso alla pornostar sulla copertina di “Enema of the State”, rivedo le chiappe marchiate a fuoco del toro di “Dude Ranch” e il primo piano del gattaccio di “Chesire Cat” e mi preparo. “Sono tornati, sono ancora insieme!” continuo a ripetermi, ignorando il loop stantio di “EDGING” e la triste realtà trasmessa dal testo banalotto. Sto facendo forse finta di non sentire? Credo di sì. E ho smesso inconsciamente di trattenermi. Però mi rendo conto che il motivetto mi sta entrando in testa e mi terrà compagnia anche nella notte.

Penso che è tutto normale. Che quando passa il tempo la musica cambia ma ci sono sempre le vecchie canzoni, quelle eterne, che ci riporteranno indietro nel tempo e ci faranno esultare.

Le potremo sentire tutte ancora una volta, con Tom, Mark e il mitico tatuatissimo Travis alla batteria. Tutte in una sera, durante un concerto memorabile che racconteremo ai nostri figli e nipoti, quando affronteranno la loro adolescenza proponendoci a tutto volume pseudo punk armati di autotune.

Ma i biglietti sono finiti. Me ne ero dimenticato. Fa niente, dai.

Butto la pillola azzurra. Ingollo quella rossa. Nonostante tutto, voglio vedere quanto è profonda la tana del Bianconiglio.

Carico i commenti...  con calma