Considerato da molti uno dei migliori dischi pop-punk, invece non è altro che l'ennesimo esempio stereotipato di questo filone fatto male e molto irritante.
Da questo lavoro in poi subentra il nuovo batterista Travis Barker, al posto di Scott Raynor, che si affianca a Tom e Jerry (più similmente conosciuti come Tom e Mark) chitarra e basso del gruppo.
12 canzoni tutte fatte della stessa pasta scaduta che rappresentano il nulla più assoluto, che apriranno la strada a decine di gruppi simili del tipo suona due riff di chitarra a caso mettici su un ritornello iper scontato e blatera quattro frasi scontate come testo. Simpatici al primo ascolto, da rimanere sullo stomaco al secondo.
Un album privo di contenuti, ma come già detto col solo obiettivo del facile ritornello. Ci sarebbero canzoni anche più veloci e non male ("Don't leave me", "Anthem"), che aumentano i ritmi dove il batterista spinge, peccato che gli altri due invece che macinare riff graffianti e taglienti e rendere la voce più energica e espressiva continuino a giocare al gatto con il topo e uscirsene con l'ennesimo riluttante arpeggio del diavolo e con la solita vocina melensa e spudoratamente mielosa. Il batterista come detto riesce ad assestare diversi ritmi alle tracce, peccato che la produzione oscena e super pulita non rende giustizia alla batteria che viene annacquata e il suono di quest'ultima è compresso e reso più dolce e accattivante.
Per intenderci provate a scaricarvi un pezzo degli Alkaline Trio per esempio "Mr. chainsaw" o "Armageddon" e vedrete la differenza di tocco e come si senta forte e presente il suono delle bacchette a differenza delle canzoni che ho precedentemente citato.
Ma quello che è peggio e che i chitarristi hanno una creatività pari allo zero, addirittura i riff di due canzoni inserite nel disco, "Going away to college" e "Mutt" (colonna sonora del primo American Pie) hanno due riff identici o quasi, davvero penoso. Provate ad ascoltare l'inizio delle due canzoni e vedrete.
Ma non è finita: la voce principale del gruppo è quella di Tom Delonge, che dire che è insopportabile e infantile è poco. Mentre la voce secondaria quella di Mark Hoppus, sicuramente decente e non oscena della prima, si sente solo marginalmente inserirsi qua e là.
Un'altra domanda mi sorge spontanea.. Ma questi riescono a fare una benedetta canzone senza usare il solito arpeggio dolce di chitarra? Risposta negativa già riscontrabile nei singoli "What my age again?" e "Adam's song" e non solo che piaccia o no la maggior parte dei componimenti (chiamiamole canzonette) parte quasi sempre così. Dei singoli usciti l'unico un attimo più presentabile e non male è solo "All the small things".
Se poi proprio amate i Blink-182 alla follia e non sapete rinunciarvi sentitevi qualcosa sparsa precedente a "Enema Of The State" o il self-titled che tutto sommato non è poi così male.
Tirando i dati, lasciate perdere questo obbrobrio musicale e se davvero vi piace il pop-punk meno scontato e più originale ascoltatevi le prime cose fatte dei Green Day ("Kerplunk" in testa o "Dookie") o l'ottimo "From Here To Infirmary" degli Alkaline Trio.
A proposito come sempre si sa che gatto e topo non riescono mai ad andare troppo d'accordo e di conseguenza o si scannano o si separano.. In questo caso si staccano: il primo si accasa con gli Angels And Airwaves, l'altro forma con altri soci sorci i +44 and their ‘king': the biggest battery in the world.
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