Avevamo lasciato i Bloc Party al discusso “Hymns” di ormai sei anni fa, un disco che sterzava deciso verso un’elettronica contaminata da rythm and blues e gospel.

In tanti (forse troppi) si affrettarono a bollarlo come un disco troppo scarico, forse per la virata davvero troppo improvvisa, quando invece non tutto era da cestinare, anzi. Ora, dopo tanto tempo, la band capitanata dal frontman Kele Okereke torna in pista con un album nuovo di zecca, battezzato “Alpha Games” e prodotto da una vecchia volpe del settore (e del genere) come Nick Launay.

Anticipata da quattro singoli, questa nuova prova in studio è la prima a beneficiare del contributo significativo di Justin Harris (basso) e Louise Bartle (batteria), entrati a far parte dei Bloc Party nel 2015. Ecco perché lo stesso Okereke ha parlato di band fondamentalmente diversa, anche se certamente il sound dei londinesi può ancora contare su di un’impronta ben definita. E le scelte effettuate per questo nuovo lavoro non fanno altro che accentuare questa sensazione.

Nelle solite dichiarazioni pre-pubblicazione si parlava di un netto ritorno alle origini (alimentato dal tour celebrativo di "Silent Alarm"), ed in parte così è: apre subito il miglior pezzo dell’album, la meravigliosa “Day Drinker”, che non sarebbe assolutamente fuori posto (né a livello di sound, né a livello qualitativo) nel tanto celebrato esordio . E segue subito a ruota il roboante singolone “Traps”, dove non manca davvero nulla: chitarroni cafoni al punto giusto, ritmo danzereccio e un Kele infervorato dietro il microfono. Così nella prima parte del disco si segue più o meno questo canovaccio, tra momenti indie rock più allineati al presente (“You Should Know The Truth”) e brevi giochi pirotecnici a lambire addirittura il pop punk (“Callum Is A Snake”, altro grande pezzo).

Nella seconda metà, invece, le cose si fanno un po’ più varie e meno prevedibili; “The Girls Are Fighting” recupera i Depeche più invasati, “Of Things Yet To Come” è un ispirato post punk revival mentre “If We Get Caught” è fondamentalmente un remake della vecchia hit “I Still Remember” e sa un po’ di fan service, ma perdoniamo volentieri se il songwriting è così ispirato. E che la penna di Okereke torni ad essere di prima scelta lo conferma la sontuosa “Rough Justice”, che butta nel calderone persino un paio di fascinazioni provenienti dall’ormai prolifica carriera solista del frontman.

“Alpha Games” è quindi un sunto di tutto quello che i Bloc Party hanno proposto nell’arco di diciassette anni di carriera, con un pizzico di novità in più e anche un paio di episodi audaci (sentire per credere il quasi-spoken word della chiusura “Peace Offering”). Con (stavolta) un maggiore occhio di riguardo per le chitarre rispetto all’episodio precedente.

Brano migliore: Rough Justice

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