I Bloc Party sono tornati, e lo fanno in grande stile. A chi si aspettava una fast song spedita e incazzata alla "Banquet", i Bloc hanno fatto una sorpresa e ci presentano questa "The prayer".
Che dire: le percussioni sporche che introducono un Kele stranamente "mugugnante" lasciano intuire che il gruppo è cresciuto in una maniera forse più dark, più oscura. Il testo dice "Lord give me grace, and dancing feet" (Dio dammi grazia, e piedi per ballare), facendoci capire che i Bloc quasi invocano Dio affinchè li aiuti a riuscire a bissare il successo del precedente "Silent Alarm", pur sapendo che l'impresa sarà molto ardua… La canzone continua con la forma di un mattone indie-rock, per poi esplodere nello stupendo ritornello, in pieno stile Bloc Party. I quattro ragazzoni meritano veramente un complimento per la maestria con la quale riescono a comporre i ritornelli, sempre molto romantici e sognanti, senza mai utilizzare strumenti musicali inutili e caotici.
Questo particolare però sembrano averlo capito anche loro, vista la quantità di volte che ce lo fanno sentire, il loro bel ritornello. Emerge infatti un pò (un bel pò) di ripetitività, in questa canzone. L'assolo di chitarra verso la fine (stranamente quasi insulso, distorto, inutile!) non aiuta certo a variare uno stile che ormai comincia inesorabilmente a puzzare di vecchio.
Come già detto, i Bloc sono tornati. La canzone è potente, romantica, ma ripetitiva. Se vorranno voti alti nelle recensioni del loro ormai imminente album "A weekend in the city", dovranno rischiare e puntare ancora una volta a dare nuova aria a uno stile musicale stagnante, quale l'indie-rock.
Le possibilità, senza dubbio, ce le hanno.
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