Nel 1978, dall'alto dei suoi tacchi di plexiglass, la mechatissima, griffatissima, e fichissima Debbie Harry iniziava a guardare con un po' di sufficienza i suoi vecchi colleghi di garage (rock), ormai stufa della polvere dei soliti scantinati, e inesorabilmente attratta dalla capacità riflettente degli specchi di certi attici...
Secondo i più intransigenti contemporanei quest'album era una schiacciante prova di reato a carico dalla band, accusata di aver tradito il sanguigno rock'n'punk venato di frivolezze sixties degli esordi, a favore di un avvicinamento (orrore!) alla disco-music; ecco che oggi, caduti cappelli d'asino e steccati critici fra generi buoni e cattivi, pare arrivato il momento per togliere questo disco dall'Indice...

Detto per inciso che, a causa di imperscrutabili corsi e ricorsi storici, nel 2005 ci sarebbero decine di gruppi e gruppetti capaci di privarsi dei propri organi vitali pur di produrre una simile raccolta di scoppiettanti canzoni in bilico fra disco-wave e rock'n'roll, bisogna considerare che un album come Parallel Lines poteva essere liquidato come "commerciale" soltanto in una stagione così densa di capolavori come il quadriennio newyorkese 77-80...
Ai Blondie quindi l'arduo compito di aprire le dogane fra New Wave pura e "degenerazioni" pop-dance, stesse dogane che saranno varcate negli anni immediatamente successivi da altri (ci arriveranno, con esiti diversi anche i Talking Heads e Patti Smith).
Eccoci alle canzoni dunque; ad una sempreverde Heart Of Glass ancora capace di spingere verso il dance floor il più incartapecorito degli critici fa da contrappeso l'inattesa ventata di sperimentalismo della cupa Fade Away And Radiate, con un insospettabile Robert Fripp (stavolta in versione tascabile) a smanettare sui suoi loop... Nel mezzo filastrocche al vinavil come Pretty Baby, l'irresistibile 11:59 (...se sapeva anche cantare!), la perfetta leggerezza di I Know But I Don't Know e Hanging On The Telephone, tutte condite da una voce sempre più capace di destreggiarsi fra opportuni miagolii, squittii e ruggiti.

La perfezione del maquillage di questa Biondina resisterà egregiamente ancora per un pugno di hits, grazie al magico tocco di Giorgio Moroder, poi saranno altri tempi, altre mode, altre occhiaie...

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