Tornano i Blondie, storica band capitanata dall’impareggiabile vamp-girl Deborah Harry.

Con 17 film, 43 apparizioni in serial Tv, 40 milioni d'album venduti nel mondo, Deborah Harry è un'icona regina della musica pop e della moda (Dolce e Gabbana per la loro ultima collezione di moda si sono ispirati a lei).

L'undicesimo capitolo della loro discografia s'intitola The curse of Blondie (tradotto in italiano La maledizione di Blondie). In scaletta quattordici tracce.
Sulla scelta del titolo l'artista spiega che "Tra noi era diventato uno scherzo. Ogni volta che succedeva qualcosa di strano dicevamo: Ecco, è la maledizione dei Blondie! Il titolo ricorda quelli dei film con Vincent Price, vampiri e horror. Però io penso che porterà bene".

In questo nuovo disco c'è lo stile inconfondibile e la classe unica della leggendaria band di New York. Spirito moderno con il "maledetto" funky/rap di Shakedown (ricordiamo il primo brano di white-rap della storia, Rapture, composto dai Blondie nel 1980), e con il singolo Good Boys a base di techno dance rock.
Ottimo il tiro di Golden Rod (reminiscenze dell'epoca?) in equilibrio sulla dolcezza di un'affascinante Deborah Harry che sa ancora adulare come non mai. Mitica, maestosa, stupenda.
In scaletta anche Hello Joe, dedicata al compianto Joey Ramone.

The curse of Blondie rimette indietro d'una quindicina d'anni le lancette dell'orologio artistico della band. Non s'arriva alla perfezione assoluta che fu di Plastic Letters (1977) e Parallel Lines (1978), ma questo nuovo album rimane un classico ed esperto lavoro che farà ri-parlare di sé una band imprendiscindibile, influente e seminale.

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