Lo ammetto, mi ero avvicinato a questo lavoro dei Bloodbound con parecchie aspettative positive, nella speranza che la band svedese avesse finalmente capito i suoi errori passati, e che non li commettesse più. Da fan del genere poi, sono perfettamente conscio che il Power sia uno dei sottogeneri del metal più difficile se si parla di qualità continuativa, ovvero di saper continuare a produrre dischi di ottima fattura negli anni senza cadere nel riciclo o nelle autocitazioni. Si sono già visti parecchi gruppi, anche troppi, non saper rispettare questa continuità e cadere in un vortice di inutilità espressiva, Dragonforce, Firewind, Dream Evil, o i più conosciuti Rhapsody Of Fire e Stratovarius per elencarne alcuni.

Parlando del gruppo qui recensito, i Bloodbound non sono certo una sorpresa in ambito power. Fondata nel 2004 da Fredrik Bergh e Tomaso Olsson, questo gruppo aveva già evidenziato sia il suo talento, ma anche i limiti, nel disco d'esordio, "Tabula Rasa" (2009). Canzoni orecchiabili, tastiere a fare da contorno, e tanta voglia di divertire. Delle prime due, con il passare degli anni qualcosa è rimasto, ma la terza ormai sembra essere sparita completamente. Avete presente quando sentito un disco per la prima volta e poi dite fra voi e voi "Va' che me lo riascolto un'altra volta, magari c'è qualche passaggio che mi sono perso." Con i Bloodbound, no. Sentita una volta un qualsiasi disco della band, non vi verrà quasi mai sicuramente la voglia di riascoltarlo una seconda volta, vuoi le canzoni che ti si stampano in testa al primo ascolto, vuoi l'eccessiva ostentazione da parte del gruppo del termine già clonato dai citati Manowar, "true metal", i Bloodbound non hanno mai voluto fare retrofront, cercare di dare una svecchiata al loro sound, svecchiata che avrebbe fatto sicuramente bene, come successe agli Hammerfall nel 2011 con "Infected".

E viste le recenti uscite dei Bloodbound, come l'ottimo "Stormborn" (2014), aspettarsi un album non dico eccellente, ma perlomeno ascoltabile, era il minimo da aspettarsi. Prima di mettere su il disco sapevo di non voler ascoltare di nuovo un clone di "In The Name Of Metal" (2011), con sonorità e testi talmente semplici e tamarri da far concorrenza ai Manowar. Ero già preparato a mettere in vendita il disco su Ebay se avessi riscontrato una di queste prerogative.

Ho trovato particolarmente difficile ascoltare per intero questo nuovo "War Of Dragons", principalmente per un solo ed unico motivo, ovvero la devastante semplicità e banalità delle canzoni. Non riesce a sorprendermi "Battle In The Sky", piena di quesi fastidiosi cori che teoricamente dovrebero farti venire la pelle d'oca, farti sentire invicibile, ma che in realtà ti fanno capire che forse hai appena speso i 15 euro della tua vita nel modo più sbagliato possibile. "Silver Wings" per quanto abbia un pre-chorus e una costruzione interessante, perde tutto nel ritornello, che è perfettamente identico a quello di "White Masque" dei Running Wild. Non passa neanche la pompatissima "Tears Of A Dragonheart", dove sono sopratutto i testi a far cadere le braccia. Unità, lealtà, amicizia, potenza di gruppo, spade e principesse. Abbiamo in sola canzone tutti gli stereotipi che hanno contribuito a far definire il Power uno dei generi più banali del mondo. Guadagna qualche punto la buona "Dragons Are Forever", che si rivela essere una delle pochissime canzoni interessanti del disco, assieme a "Starfall", che ha dalla sua un riffing massiccio seguito da un'ottima prova dietro le pelli. Pezzi come "Stand And Fight" e "Fallen Heroes" invece non fanno altro che alimentare la voglia di spegnere tutto e tornare ad ascoltare altro, con sopratutto la seconda canzone che risulta l'ennesimo pezzo anthemico da cantare a squarciagola assieme al pubblico.

Tutte le aspettative che avevo perciò, sono scomparse. Posso capire che, come detto ad inizio recensione, cercare di comporre un album di questo genere sia difficile, sopratutto quando già tutto è stato detto e composto, ma chiedere un album perlomeno ascoltabile e che risultasse divertente non penso fosse una richiesta esagerata. Spero solo che i Bloodbound possano riprendersi, e che capiscano l'enorme errore che hanno compiuto con questa uscita. Bocciato.

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