Quando trovai la versione giapponese di questo misterioso album (poichè nessuno me ne aveva parlato, sapevo che esisteva un seguito, ma non ne conoscevo nemmeno il nome!) non me lo lasciai scappare: dentro di me dissi: "Beh se è anche leggermente inferiore al precedente, lo devo avere!". E difatti così è stato: il biondo chitarrista John Sykes, oramai orfano dei suoi due compagni, ovvero Franklin e Appice che avevano lasciato il gruppo nel 1990-1991, si avvale della cooperazione questa volta di Marco Mendoza al basso, Tommy O' Steen alla batteria e Nik Green alle tastiere. Nothin' But Trouble datato 1993 è hard rock di classe ma è molto più ricercato a livello di melodia ed è proprio questo aspetto che lo rende addirittura (quasi!) tanto bello quanto il suo predecessore.

Una sirena introduce "We All Fall Down": no, i Blue Murder non si sono affatto assopiti: Sykes mette le cose in chiaro e i sessionists che gli danno una mano fanno il loro dovere: hard rock di classe sempre di estrazione classica con ritmiche serratissime, semplicemente una delle migliori composizioni di Sykes! Segue a sorpresa, la gradevole cover degli Small Faces "Itchycoo Park", mostrando quel lato intimista e scanzonato che nell'album precedente era meno presente con tanto di coretti anni settanta. "Cry For Love" ricalca invece le lunghe composizioni dell'album d'esordio, mostrando nuovamente hard rock al 100%, cadenzato e di grande impatto, con un apporto sempre più completo da parte delle tastiere (e qui si sente che Franklin ha lasciato una traccia del suo basso). La canzone è molto bella e la cosa che fa più piacere è il cambio di tempo semi-tribale a metà song.

"Runaway" inizia con una chitarra acustica molto dolce, che accoglie fra le sue braccia una bella ballad forse abbastanza sempliciotta ed anonima, ma tutto sommato non male, soprattutto per le melodie inserite. "Dance" è un altra canzone carina, molto scanzonata e sulla scia della cover: si vede che Mr. Sykes ha voluto prendersi anche un pò di svago e non prendersi troppo sul serio e questa scelta, pur comprottendo in parte minima la qualità, si è rivelata azzeccata, anche se c'è da dire che nelle composizioni meno complesse Sykes ha mostrato il proprio valore in particolare nei soli eseguiti sulla stessa "Dance". "I'm On Fire" è un rockettone come si deve, una cavalcata fra hard rock e heavy alla Rainbow (permettetemi il confronto solo per stavolta!) e vede dietro il microfono quel talento immenso dell'hard rock melodico, ovvero l'ex Baton Rouge Kelly Keeling. Fra l'altro Kelly Keeling avrebbe dovuto cantare l'intero disco, ma per scelte dello stesso Sykes il tutto venne ridimensionato a sua immagine e somiglianza (AMEN!).

"Save My Love" è un'altra canzone molto profonda un'ennesima ballad stavolta meno riuscita rispetto a Runaway, che, tanto per cambiare parla di salvare chissà quale amore...eh già, come resistere alla folta criniera di Sykes! "Love Child" (aridaje co sto amore ma allora è una fissa!) è un hard rock molto sostenuto con tanti di fiati e fiatelle: piuttosto inusuale da parte dello stesso Sykes inserire una canzone alla Extreme per certi versi (sempre con le dovute proporzioni ovvio!), ma devo dire che è piuttosto interessante e mai stancante! "Shouldn't Have Let You Go" è una della canzoni migliori del disco e vede di nuovo come protagonista Sykes con delle ritmiche veramente azzeccate, dove la sua chitarra continua a ruggire come un leone, complice anche una sezione ritmica veramente incisiva, per non parlare del finale semi-atmosferico a dir poco sognante!

"I Need An Angel" invece paga un piccolo scotto e si rivela stavolta troppo lunga e non riuscita (uno dei pochi capitoli malriusciti di questo splendido album comunque). Chiude l'album, la bellissima ed acustica "She Knows" che mi ha ricordato, credeteci o meno, le cose migliori che Sting abbia mai fatto coi Police! C'è da dire che anche Sykes canta quasi allo stesso modo del cantante inglese! Dateci un ascolto e poi mi saprete dire. La versione giapponese contiene anche una bonus track, ovvero "Bye Bye", altra canzone dai ritmi funky come avevamo sentito su Love Child.

Devo ammettere, che se avete la possibilità di procurarvelo, non fatevelo scappare. E' un'ottimo album di hard rock, molto versatile ed eterogeneo, non un capolavoro come l'esordio, ma merita sicuramente un ascolto e anche approfondito.

 

Carico i commenti...  con calma