Sicuramente un progetto molto interessante, questo messo in piedi dal pianista Rossano Sportiello. Sportiello cresce nel mito di Renato Carosone, e quale miglior punto di riferimento può essere preso ad esempio quando c'è da mischiare tradizione classica napoletana e tradizione jazz?

E' così che nasce "Blue Napoli", delizioso album di rivisitazioni in chiave Jazz di classici della Canzone Napoletana e nato in seno al Jazz Club di Ferrara. Promosso dallo stesso Sportiello seduto dietro al pianoforte, annovera anche Gerry Gennarelli alla voce, Giorgio Rosciglione al contrabbasso, Gegè Munari alla batteria e ospiti illustri del calibro di Ellade Bandini, Fabrizio Bosso, Alfredo Ferrario e Daniele Scannapieco.

Dischi del genere non hanno alcuna pretesa, poichè non sono dischi nati per "sconvolgere" l'ascoltatore: sono dischi nati per destare curiosità in chi ama singolarmente le varie componenti che andranno a confluire nel prodotto finale, e in questo caso Jazz e Canzone Napoletana. Quando nascono questi progetti, il rischio che un arrangiamento si riveli ostico oppure troppo "audace" è molto forte, ma in questo caso è solamente un magico viaggio "nel rispetto dell'anima della canzone", come dice lo stesso Sportiello nelle note di copertina.

Ed è così che il disco lievita nota dopo nota, ed è così che il combo si diverte a ricamare con sentimento talvolta delicato, talvolta accattivante, struggente e malinconico, fuoco e swing. Ovvio che le canzoni di Renato Carosone, se si vuole un po' il sunto del progetto Sportiello, si rivelano le "canzoni traino", e il terzetto "Pigliate 'na Pastiglia", "Tu Vuo' fa l'Americano" e "'O Sarracino", con effervescente dinamismo, non viene meno al compito assegnatogli, e cioè quello di calare il disco, e con esso l'ascoltatore, in un'atmosfere scoppiettante, da colorata festa musicale, proprio come in alcuni richiami del bellissimo artwork curato da Francesco Musante.

Molte note di merito vanno sicuramente a Gerry Gennarelli, capace di interpretare le canzoni in maniera ineccepibile, regalando infinito pathos in classicissimi come "Decitencello Vuie", "'Na Sera 'e Maggio", "Anema e Core" "Uocchie c'Arraggiunate". La sua voce è possente, emoziona e talvolta commuove, e messa in risalto dalle armonie Sportiello, acquisisce valore definitivo. Sportiello veste la parte di un autentico creatore di atmosfere e Gennarelli asseconda.

Un altro momento molto toccante è sicuramente "Musica", un sentito e accorato atto di amore e devozione per la seconda arte scritto da Duke Ellington, musicato per l'occasione da Giorgio Rosciglione, e in cui Sportiello, con la sua delicata tessitura, si diverte anche a citare "I'm a Fool to Want You". Le note di copertina sono affidate allo stesso Sportiello e alle sue parole dal titolo "I Remember Napoli", al direttore artistico del Jazz Club di Ferrara Alessando Mistri, che con il suo "Mixato non Shakerato" regala un suggestivo parallelismo tra il disco e il Martini Dry, e in fine allo scrittore Giuseppe Pederiali, che con la sua arte delle parole, lascia una panoramica di una Ferrara by night, portando Napoli e il Jazz tra le vie della citta estense.

Un disco da prendere alla leggera, e sarà un piacevole incontro musicale.

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