Uscito nell’81, Fire of Unknow Origin è l’ ultimo album dei BÖC a veder impegnata la formazione originaria del gruppo: dopo la sua pubblicazione, infatti, Albert Bouchard, eccellente batterista, oltre che una delle vere anime del gruppo, avrebbe lasciato la band per un’incerta e discontinua carriera solista.
FOUO può definirsi, in sintesi, come un ritorno della band alle sonorità teatrali e maligne che avevano contraddistinto i primi tre album in studio dei BÖC, senza abbandonare tuttavia l’approccio melodico emerso negli album pubblicati nella seconda metà degli anni ’70. Il songwriting appare particolarmente maturo, e la produzione risulta eccellente, con sonorità moderne che nulla tolgono all’ impatto delle composizioni. La title track, posta in apertura dell’album, caratterizzata dalle tastiere di Allen Lanier, mai così presenti nel decennio precedente, è caratterizzata da una tensione latente e dal richiamo alle ben note tematiche aliene di tanti pezzi dei BÖC: il crescendo del ritornello, in particolare, dona una forte enfasi al brano, con un Eric Bloom in grande spolvero. Il secondo pezzo, Burnin’ for You, è uno dei singoli di maggior successo dei BÖC: si tratta, in sostanza, di un rock dalla forte presa radiofonica, con un bel lavoro di chitarra ed un ritornello decisamente trascinante ed orecchiabile. Stride forse con il tradizionale sound della band, segnando un deciso approdo del gruppo all’AOR tanto in voga nei primi anni ’80, con Band come Foreigner e Toto. Il brano successivo, Veteran of the Psychic Wars, è invece uno dei capolavori del gruppo, l’ultima vera gemma della loro carriera, almeno fino a Imaginos (1988): un tessuto ritmico caratterizzato dalla pulsante batteria di Albert Bouchard regge le declamazioni di Bloom, in un atmosfera da incubo cesellata dalle tastiere e dai sempre appropriati interventi chitarristici di Donald Roeser. Sole Survivor, aperta dal basso di Joe Bouchard, si distingue per i cori incalzanti e per una melodia che difficilmente si dimentica, pur non perdendo nulla in impatto: un pezzo sicuramente destinato ad infuocate esecuzioni live. Heavy Metal: The Black and Silver, è un altro dei picchi compostivi dell’ album, con uno durissimo riff di chitarra ed un cantato particolarmente cattivo ed aggressivo: ideale rivisitazione, in chiave moderna, di pezzi come Stairway to the Stars e Transmaniacon MC. Vengeance (the Pact) è un ottimo brano dalla struttura molto simile alla precedente Sole Surivor: ottimo uso dei cori, eccellente ritornello, volti a creare un vero e proprio anthem. Si tratta di un brano assimilabile, in certi toni, ai pezzi suonati negli stessi anni dai Judas Priest, un heavy rock epico. Joan Crawford cambia nuovamente le carte in tavola: si tratta di un brano dal classico stile teatrale del gruppo, introdotto da un eccellente solo di piano e contraddistinto da un ritornello incalzante: splendido il break centrale, in cui si descrive il ritorno dall’ oltretomba dell’ ttrice a cui è dedicato il pezzo, e la sua intenzione di saldare i conti con la figlia, autrice in quegli anni di una biografia critica nei confronti della madre. Un pezzo dark rock, nell’accezione che si può dare ai brani dei BÖC, non privo di ironia. Ultimo brano dell’album è il pop rock d’atmosfera di Don’t Turn Your Back, in cui i tratti misteriosi della musica del gruppo tornano a fondersi con una melodia di facile ascolto, ottimamente arrangiata con l’equilibrato apporto di tutti i musicisti, con un intrigante accompagnamento di basso. Inferiore ai capolavori dei primi anni ’70, FOUO è probabilmente il miglior album dei Blue Öyster Cult nella seconda parte della loro carriera, uscito in un periodo in cui la fama del gruppo subiva qualche appannamento. Per i fan del gruppo è struggente, vuoi per l’addio alla formazione originale, vuoi perché rivisita, in chiave adulta, e ormai distaccata, i tipici tratti della precedente produzione del gruppo, in un cliché d'alta e irripetibile classe, con quel pizzico di autocompiacimento che si concede ai grandi. Da ascoltare, con lo sguardo teso fra la copertina dell'album e le stelle.
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