Parlando dei Blue Vomit è praticamente impossibile non fare un paragone con i Nerorgasmo, leggenda dell'hardcore italico nata proprio dalle ceneri dei BV nel 1983. Purtroppo, troppo spesso vengono per l'appunto liquidati con l'etichetta di "primo gruppo di Abort"; una chicca per completisti, e nulla più. In realtà, nell'evoluzione della scena punk italiana, i Blue Vomit hanno giocato un ruolo quasi altrettanto importante dei loro più famosi eredi.
Nati nel '79 a Torino, i Blue Vomit si collocano perfettamente a metà strada fra la crudezza e il nichilismo del primo punk e l'irruenza feroce dell'hardcore, che in quel periodo stava dando i primi segni di vita. Il contesto in cui esce questo demo (unico parto ufficiale della band se si escludono le precedenti comparsate nelle compilation "Torino 198X" " Torinoise" e gli inevitabili ripescaggi antologici postumi) li colloca in effetti fra i pionieri della fondamentale scena torinese, assieme ai Peggio Punx, ai Declino e ai vicini Indigesti: uscito nel 1983, poco prima dello scioglimento, consta di 7 canzoni per un totale di dieci minuti, tutte divenute dei classici (manca soltanto la mitica "Non mi alzo in pullman").
Abbiamo "Mai capirai", la più famosa perchè ripresa in seguito dai Nerorgasmo, tre eloquenti inni del calibro di "Fotti il mito", "Vaffanculo" e "Vivo in una città morta", due bombe hardcore come "Non sopporto" e "Facile" e, in chiusura, l'ironia tagliente di "Operazione Macapà". Sette pezzi in cui sono la velocità isterica e l'urgenza iconoclasta a fare da padroni, e la cupa disperazione intimista dei Nerorgasmo è ancora un'ombra lontana; fa eccezione la sola "Vivo in una città morta", non per niente la canzone più lunga del lotto (anche se non arriviamo comunque ai tre minuti).
Il resto è storia: i Nerorgasmo, dopo aver rilasciato l'omonima pietra miliare nel '93 si sono sciolti, e Abort è andato incontro alla sua fine agli albori del nuovo millennio, come sappiamo. Recentemente si sono riformati per qualche giro di concerti sia loro che i Blue Vomit, i primi con Gigio degli Arturo alla voce, i secondi con Massimo Campis; ma senza Luca Abort, naturalmente, non è la stessa cosa.
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