Sam Peckinpah è considerato come uno dei più importanti innovatori e rinnovatori del cinema western mondiale. Ha scavato all'interno del genere, mostrando sfaccettature molteplici, trattando personaggi con una connotazione psicologica prima difficilmente riscontrabile in questo genere. Ha dedicato gran parte della sua esistenza al "cinema della frontiera", dirigendo quelle che sono diventate oltre che capolavori indiscussi anche pellicole entrate a far parte dell'immaginario collettivo: "Il mucchio selvaggio" e "Pat Garrett & Billy the Kid" sono esempi lampanti di come Peckinpah sia riuscito ad affermarsi anche attraversando il tempo, incidendo con il secco suono delle pistole quarant'anni di cinema mondiale.
Prima di questi titoli, c'è però un periodo di "apprendistato" dietro la macchina da presa, dove ciò che sara poi ispezionato in futuro viene quì delineato nelle sue parti più grossolane. "Sfida nell'alta Sierra" è uno dei capitoli di questa prima fase della carriera di Peckinpah, datato 1961. La storia di come due personaggi tra loro amici, Gil (Randolph Scott) e Steve (Joel McCrea), si dividano a causa di eventi causati dall'odore del denaro, già "dio denaro" nella visione peckinpahniana. Il dollaro, l'oro, la speranza del successo che trionfa (almeno apparentemente) sull'amicizia. Ma abbiamo anche la constatazione finale dell'importanza fondamentale dei valori all'interno della società, il riconoscimento degli affetti e la consapevolezza della loro netta superiorità rispetto al raggiungimento economico della felicità.
Questa sintesi tra valori e tentazioni ci viene proposta dal "primo Peckinpah" attraverso una precisa caratterizzazione psicologica delle figure principali. Tutti i personaggi assumono un compito ben preciso, rivestendo quasi la personificazione di reali valori: c'è chi riveste la forma umana della giustizia, chi l'opportunismo, chi l'ingenuità giovanile, chi la speranza di una nuova vita. C'è una sinergia di caratteri differenti. Direttamente affiancate a queste virtù, al carattere dei vari personaggi c'è anche quella violenza che caratterizzerà il cinema successivo del regista di Fresno. L'importanza di questo elemento la si trova sia nella scena della scazzottata iniziale nel bar, sia nell'altrettanto celebre sequenza del matrimonio, dove l'elemento violento si mescola con l'intervento del "giusto".
Inoltre nella costruzione filmica di "Sfida nell'alta Sierra" c'è, oltre ai valori e ai temi trattati, l'inconfondibile impronta registica di Sam Peckinpah. Una tecnica ancora da "smussare" ma dove già si intravede la bravura del cineasta: un'andamento classico e lento, dove emergono inquadrature in favore di un paesaggio che non diventa membro aggiunto alla pellicola, ma che si limita ad essere scenario dove si evolvono e si compiono le vicende narrate.
L'inevitabile conclusione per un film di questo tipo, dove emergono i valori tipici del genere e la preponderanza di un ritmo classicamente lento, si concretizza nella splendida sparatoria finale, dove lo "scontro" avvenuto tra due dei personaggi principali diventa "incontro". La drammaticità del finale contraddistingue la classe di Peckinpah nel saper dosare emotività e azione. Le ultime parole, il dialogo "definitivo" tra due amici che scoprono soltanto alla fine del cammino, il lungo percorso compiuto assieme...
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