Nel lontano 2001 ho cominciato ad appassionarmi ai Blur tramite una raccolta di MTV Hits datata 1995 regalatami da una mia cugina allora speaker in una radio della mia città.

Tra le più belle canzoni c'era "Country House" dei Blur contrapposta a "Roll With It" degli Oasis. Durante l'estate avrei acquistato "The Great Escape", contenente la suddetta canzone. E col "The Best Of" in cassetta (tramite prestito di un amico) partiva la mia avventura coi Blur.

Dopo l'estate acquistai i primi due album del gruppo, "Leisure" e "Modern Life Is Rubbish". Nel caso del secondo mi ci sarebbe voluto un pò per familiarizzarci - ma la perseveranza mi avrebbe portato a realizzarlo come "album del mio cuore" (stessa sorte sarebbe toccata all'altro grande album di dieci anni dopo, "Think Tank").

Quando sono andato a Londra da turista nel 2008, senza saperlo avrei celebrato il 15° anniversario di questo capolavoro di nicchia: infatti si spiega la sua storia travagliata che oggi lo porta ad essere un album fondamentale del gruppo (ma non per il grande pubblico) che lo rende appunto tale (cioè di nicchia).

Spesso ho avuto un debole per gli album, che sono realizzati bene, ma che non ottengono un grosso successo: hanno una magia che a molti di successo spesso manca (e "Parklife" ha degli episodi che non sono esaltanti ("London Loves" e "Trouble in the Message Centre") ma suonano bene all'interno dell'album.

Il primo album della trilogia del Britpop nasce in un periodo particolare per il gruppo e per l'Inghilterra: i Blur tornano a casa da un disastroso tour negli Stati Uniti e alcuni del gruppo tra cui Damon sono disgustati dal punto di vista personale e anche culturale: l'Inghilterra è in una fase di stallo, con la fine quasi recente del Thatcherismo e una scena musicale che non dice più nulla di nuovo.

Allora Damon pensa di ribellarsi all'americanizzazione culturale del paese che si sta avendo col grunge dei Nirvana, ma non solo, andando al recupero dei "detriti" (come diceva lui) della cultura e della musica britannica.

Dal punto di vista culturale ci si riappropria del calcio, delle bevute al pub, della vita domenicale ecc..ecc... Dal punto di vista musicale si va indietro nei decenni col music-hall, lo ska degli Specials, i Kinks e via dicendo. Lo scopo è di ricreare un'inglesità che ovviamente è solo ideale perché non più possibile da riproporre nella realtà del momento.

"Modern Life" arriva al tavolo di David Balfe (della Food, sottoetichetta della Emi) che non lo vuole mandare nei negozi perché sarebbe un suicidio commerciale. Ci vogliono altre canzoni. Allora nascono i due singoli "For Tomorrow" e "Chemical World"

Una volta nei negozi "ML" arriva non oltre il 15° posto, facendo infuriare Balfe. Ma Damon cerca di convincerlo che come risultato è buono. All'inizio del tour di promozione dell'album il pubblico non tributa grandi onori al gruppo, ma dopo qualche mese i consensi cominciano ad arrivare.

E "For Tomorrow" ne merita di consensi ancora oggi! Solo l'inizio è tutto un programma, culturale, sulla gioventù del tempo: "He's a 20th century boy/with his hands on the rails/trying not to be sick again and/holding on for tomorrow" ("Lui è un ragazzo del ventesimo secolo/con le mani sulle sbarre/che prova a non stare male di nuovo e a/tener duro per domani").

Buon capolavoro e video istant classic, in bianco e nero della Londra turistica e del popolo misto che canta "la la la". Come l'ho vissuto! Quand'ero sul Tower Bridge e vedevo il Tamigi in lontanza, immaginando Damon galleggiare. O a Primrose Hill (uno dei luoghi della canzone) dove calcavo la terra dove alcuni del gruppo nel video facevano volare gli aquiloni e in una via trafficata scattavo una foto a un pullman che recava la scritta "Westway" (un'autostrada) sul display. Alla National Gallery immaginando alcuni di loro uscire dalla scalinata.

Ma il più bello di tutti, una sera col metrò fino a Gloucester Road e su fino a Emperor's Gate, un piazzaletto di gente facoltosa. Dopo aver scattato delle foto, tornavo di corsa verso il metrò gridando "Jim stops and gets out the car/goes to a house in Emperor's Gate..."*. MAGNIFICA.

Con "Advert" cominciano le canzoni realizzate con l'aggiunta di effetti speciali di macchine come si legge nel bellissimo e irripetibile booklet dell'album, una piccola opera d'arte. "Advert" è uno di quei brani particolari che si incontrano spesso in questo album. Io a Londra un giorno la canticchiai nel treno della metropolitana in ritorno all'ostello - e la vivevo!

"Colin Zeal", "Pressure on Julian" e "Coping" seguono la stessa tendenza. "Coping" sa un pò di synth-pop anni '80 ed è meravigliosa nell'interpretazione di Albarn nei concerti dei Blur di quel periodo, insieme ad "Advert" e la dilatata e scassatimpani "Oily Water". "OW" è uno dei capolavori da tenere in disparte: la voce di Damon è un pò coperta dalla musica ma è fantastica, specie se ci immaginiamo Damon con l'espressione un pò allucinata (a tal proposito vi consiglio vivamente di cercarvi il concerto al Rock Music Hall di Koln su Youtube: roba da non credere).

"Blue Jeans" ambientato a Portobello Road me l'ero portata al famoso mercato del celebre 16 agosto di "The Good the Bad & the Queen" (vedasi la mia recensione): canzone piacevole, mentre "Chemical World" oggi, rispetto al 2001, non mi entusiasma eccessivamente (e il video non mi è mai piaciuto).

"Sunday Sunday" è un altro grande brano sulle tradizioni inglesi della domenica. Quando la "urlavo" (per modo di dire) nel tragitto da Piccadilly Circus (vicino all'ostello dove alloggiavo) a St.James's Park, non c'era quasi anima viva (ma era meravigliosa). Bello il video e fantastica la steel guitar suonata da Graham.

"Miss America" è l'ultimo grande brano: scritta dopo il tour americano, è un altro capolavoro per come si staglia la voce di Damon su una musica leggermente di sottofondo, un pò indolente e sonnacchiosa. Si può parlare di "arte" ancora negli anni '90? A sentire "Miss America", sì.

"Resigned" sta in "Modern" senza dire nulla di eccezionale e gli intermezzi di "Chemical World" e di questo ci stanno bene come gli intervalli di Primo e Secondo Tempo nei film trasmessi dalla Rai molti anni fa.

A concludere: "MLIR" vive un successo di piccole proporzioni come succederà in maniera simile (ma nel mondo) all'altro capolavoro di 10 anni dopo, "Think Tank", che invece di parlare solo al popolo inglese sembrerà allungare il raggio a tutto il mondo (occidentale e globalizzato). Anche nel 2003 una cultura in disfacimento... 

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