Dopo il promettente debut-album "Leisure", del 1991, due anni dopo i Blur tornano con "Modern Life Is Rubbish", ed è un passo indietro notevole, salvo risalire alla grande l'anno dopo con "Parklife". Questo non è sostanzialmente né un disco brit-pop né un disco indie-rock. Nessuna delle caratteristiche dei due generi è stata affrontata e sviluppata in una discreta maniera, rendendo così il disco buono a tratti ma decisamente confusionario e prevedibile in altri.

"For Tomorrow", che apre il disco, è uno dei migliori brani, concentrando in sé tutte le caratteristiche del british-rock di inizio anni '90, con un simpatico ritornello "la-la-la-la-la..." che coinvolge l'ascoltatore sin dal primo ascolto.
"Advert" sembra un anticipo di "Song 2", un rock molto distorto e tirato ma abbastanza semplice e banale. "Colin Zeal" è classicissimo brit-pop e, con la sua melodia orecchiabile e il riff di Coxon estremamente secco e diretto che ti entra subito in testa, resta uno dei migliori episodi del disco. "Star Shaped" sembra una copia sbiadita di "Parklife", molto molto prevdibile con una melodia che sembra quasi una filastrocca, molto scontata.
In "Chemical World" ci troviamo ancora davanti a un brano tipicamente "british", con una parte vocale che a tratti ricorda in maniera impressionante "All The Young Dudes" di David Bowie. Molto curiosa l' "Intermission" di circa due minuti unita a "Chemical World" che comincia con una parte di piano la quale sembra fatta appositamente per un balletto per poi eccedere in un aumento di ritmo con batteria, basso e chitarra inserite in maniera molto confusionaria (è molto probabile che questo brano sia stato suonato in un momento di grande improvvisazione durante le sessioni di registrazione...).
Scorrendo fino alla fine delle 14 tracce non ci sono invenzioni particolari, il ritmo è quasi sempre lo stesso, eccezion fatta per "Miss America", in cui il ritmo cala notevolmente essendo una ballad di chiara impronta-Albarn.

Se bisogna spendere degli euro per un disco dei Blur, di certo non va fatto per questo album, forse il peggiore album della band di Colchester. Una caratteristica di questo album è che è privo di "singoloni" da classifica, di brani commercialissimi da trasmettere in tv (e questo forse è un bene...).
Segnerà anche la nascita del brit-pop, ma per fortuna già dall'anno seguente verranno fuori due grandi album-bandiera di questo genere ("Parklife" e "Definitely Maybe") che faranno passare in secondo piano le idee sbiadite presenti in questo disco.

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