Ristampato qualche anno fa in dvd, "Starshaped" documenta la (drammatica) condizione in cui versava la band tra il 1991 e il 1994.

Arrabbiati, stanchi, senza un soldo, senza successo (il pur bellissimo "Modern Life Is Rubbish" era stato un autentico flop dal punto di vista commerciale) ma sempre con un entusiasmo incontenibile, i 4 sono, letteralmente, sull'orlo del crollo psicofisico.

Ripreso in modo immediato ed accattivante, attraverso interviste alla band (memorabile quando cala il silenzio nel momento in cui si parla della loro condizione tra il 1992 e il 1993, interessante sentire Coxon parlare di Morrissey), autentici isterismi con successiva autodistruzione (un Albarn schizofrenico sul palco che salta e si butta addosso agli amplificatori, salvo poi cascargliene uno su un piede in modo tale da continuare a consentirgli sì, di saltare, ma dal dolore e obbligandolo quindi a scendere dal palco dove comincerà ad urlare e a lamentarsi), postumi di sbornie (un Coxon improvvisamente scomparso e poi ritrovato mentre vagava completamente ubriaco).

Questi 4 pazzi si erano messi in testa, in piena era Grunge, di opporsi proponendo una musica con tutt'altre coordinate, ed è questo il punto: prima di diventare la più importante band inglese degli anni '90 con l'epocale "Parklife", i Blur erano semplicemente dei disperati che si stavano per sciogliere. Erano però colmi di talento e con un'autentica e bruciante passione per la loro musica.

Sottotitolato (per fortuna) in italiano, il documentario, accompagnato dalla loro musica del periodo e arricchito da imperdibili "chicche" (l'ubriaca "The Wassailing Song", l'immediata e geniale "Explain", la psichedelica "Luminous"), rappresenta in pieno le varie "quando non hai più niente, non hai niente da perdere", "si dà il meglio di sè quando si ha il culo per terra" o "una volta toccato il fondo non puoi far altro che risalire". E i Blur il fondo l'avevano toccato eccome, e spesso qui li ritroviamo nell'atto di scavare ancora un pò (Albarn ripreso mentre vomita è più eloquente di mille parole).

Sporco, divertente, emozionante, interessante, importante ed in più arricchito da un lungo e bel "Live In Kilburn" del periodo, aperto da una purtroppo mai troppo apprezzata "Popscene", e da un abbastanza prescindibile e per fortuna breve estratto da un "Live At The Princess Charlotte", che sembra ripreso amatorialmente da una videocamera.

L'inclusione della splendida e lisergica "Sing" nella colonna sonora di "Trainspotting" non era stato un caso: "Starshaped" è il Trainspotting di una band immortalata nel momento di passaggio da crisalide a farfalla.

"Non posso sentire perchè sono intontito (..) / allora qual'è il valore di tutto questo se il bambino nella tua testa è morto / canta per me"

("Sing")

Carico i commenti...  con calma