Non dispongo altro che della mia (poca) memoria, ma ora ho tempo libero e voglio omaggiare una sconosciutissima band (confusa coi ben più famosi Blur) che avrebbe meritato bel altra sorte.
Autrice di soli due lp, questo live ed il successivo omonimo album in studio, questa band dall'anomala formazione in trio: abrasivo sax contralto/voce, chitarra elettrica sincopata/trombone(!) e batteria funkeggiante (incredibilmente il drummer Milton proveniva addirittura dagli indimernticabili Quintessence, musica di tutt'altro universo spazio/temporale) produsse una musica che per chi ebbe il coraggio di ascoltarla, fu un'esperienza indimenticabile, avvicinabile, ma molto alla lontana, ai contemporanei Rip, Rig and Panic (chi se li ricorda?).
Indubbiamente non una musica per tutti, ma tra i dotti debaseriani che vorranno ascoltarla, ci sarà certamente chi saprà apprezzarla.
Provo a descriverne la musica in maniera approssimativa: free jazz con tuttavia solido ancoraggio ritmico, chitarra tutta in coinvolgenti riff in levare e voce punkeggiante.
Sicuramente una musica originalissima non avvicinabile a nessun altro, credo. Io la trovo entusiasmante!
Mi scuso ancora per la laconica recensione e la mancanza di copertina (un sacco di immondizia in plastica rosa poggiato su di un bel prato) ma di meglio non potevo fare; pero' questo disco doveva essere segnalato e coperto.
Confido nel capacissimo e competente aiuto degli stimati editors.
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