I tre tempi dell'avventura del cuore. Dapprima l'immediatezza ottusamente paga della realtà ossia l'infanzia aproblematica, poi l'inquietante scoperta intellettuale della diversità e del dissidio con le cose ovvero la perdita dell'adolesenza e infine il recupero di una spontanea armonia e di una nuova, ritrovata immediatezza.
Citando Faustiko di rockit "Ha fatto il liceo scientifico e si sente", così Morgan rivela nel libretto del cd, la concezione emotiva della trilogia chimica, giunta nel 1997 al suo secondo tassello. Dopo l'urgenza espressiva di "Acidi e basi" la band di Monza, si prende tutto il tempo per realizzare nelle "Officine meccaniche" di Mauro Pagani in quel di Milano, uno dei più coraggiosi e controversi album della storia della musica italiana. Attraverso la citazione diretta come strumento artistico (Quentin Tarantino), Morgan & company realizzano una cattedrale sonora in cui vengono richiamati in ordine sparso: Brian Eno, la new-wave, Robert Fripp, Battiato, Bowie, Roxy music, Depeche Mode...con il recupero e la modernizzazione di sonorità sintetiche in contrasto con quelle acustiche. Immagine glam, falso edonismo alla Duran Duran e arrangiamenti sontuosi. Morgan fu onnipresente ad MTV (Tokusho con Andrea Pezzi), e le riviste specializzate dettero moltissimo spazio al fenomeno Bluvertigo, grazie anche all'airplay nelle radio dei loro singoli, e con dei videoclip assolutamente unici e originali, in rotazione su TMC2 e MTV. Una promozione meritata e perfetta che porterà la band alla vittoria all'MTV Europe Music Awards come miglior gruppo italiano, e alla vendita di 400.000 dischi, facendolo diventare ilo loro best-seller. Dalla formazione originale uscì Marco Pancaldi (chitarra) ancora presente qui in qualche brano, ed è entrato il meno bravo ma più tecnologico Livio Magnini. Si parte con "Il mio malditesta" basato su uno splendido riff beatlesiano sostenuta da arrangiamenti alla Bowie periodo berlinese, per continuare con "Fuori dal tempo", in cui si descrive la stupidità dei famosi tre giorni della visita militare, con una base techno-pop, cadenza strutturale alla Devo e lunga coda psichedelica contornata da synth e tastiere. "Vertigoblu", è il loro manifesto ideologico; brano alla Frank Zappa, con chitarre dissonanti e ritmica in controtempo, con un basso alla Les Claypool. La strumentale "Tele cinesi" prepara l'atmosfera per uno dei capolavori del disco, "Cieli neri", delicata e passionale ballad da brividi, con la partecipazione (presente anche in altri brani) di Mauro Pagani (ex PFM) al flauto. "Oggi hai parlato troppo" con riffone di chitarra alla Tommy Iommi insieme ad un cattivissimo sax , precede "Il nucleo", altro manifesto del disco, con le sue domande esistenziali e filosofiche, attraverso una base industrial alla Nine Inch Nails. "Ebbrezza totale" è disarmante, come l'ironia di "Altre forme di vita", techno-pop anni '80 e altro testo geniale con un ritornello ormai memorabile "E' praticamente ovvio che esistano altre forme di vita". Il disco si avvia alla conclusione senza noia, con la talking headsiana "Le arti dei miscugli", l'originalissima "Ideaplatonica" che richiama il concetto di trilogia, la rabbia alternative-rock di "So low-l'eremita", e l'oscura "Troppe emozioni" in cui partecipa alla voce la splendida Alice.
Il disco più coraggioso e intelligente mai fatto in Italia. Volutamente difficile da catalogare e da recensire. Composizioni superbe in cui sono gli arrangiamenti e dei testi egocentrici e originalissimi a dare vigore ad un lavoro poco omogeneo, ma di grande gusto e impatto. Splendido l'artwork dell'album. Da ascoltare in cuffia per apprezzare lo straordinario lavoro fatto al mixer. Il loro limite? l'essere italiani, perchè se tutto ciò fosse stato fatto da un gruppo inglese o americano, la stampa avrebbe come al solito gridato al miracolo, ma molti per incompetenza e superficialità, considerarono questo lavoro "egocentrico" e "presuntuoso" ingiustamente.
Da riascoltare e riscoprire. Uno dei capolavori della musica alternativa italiana degli anni 90, uscito nello stesso anno di "Hai paura del buio?" degli Afterhours e "Rosemary Plexiglas" degli Scisma. Quanti ricordi...
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