Ci ritroviamo alla fine degli anni sessanta e il nostro menestrello le provate in tutti i modi, per adesso con ottimi risultati: la canzone di protesta, la canzone intima, la canzone visionaria, la canzone rock and roll, folk rock, e poi anche quella con tematiche prettamente religiose. Una marea di lavori e di capolavori che per certi versi la critica non riuscirà mai a screditare per il loro valore artistico. Con questo album i critici e forse anche il pubblico, cominceranno ad avere qualche dubbio sulle nuove caratteristiche vocali e musicali del cantautore di Duluth.
"Nashville Skyline" è un disco fra i più venduti di Dylan (si trova al quinto posto dopo John Wesley Harding) composto da dieci canzoni a volte malinconiche, altre nostalgiche, altre sono divertissement country-western intrisi di blues. Il tema centrale dell’opera è l'amore visto e descritto in vari modi ma soprattutto in due facce. Si parte con la riedizione di un capolavoro di qualche anno prima, gli anni di The Freeweelin', la famosa Girl From The North Country, cantata ,stavolta, in coppia con Jonnhy Cash, bassa voce suadente del country. In questa nuova versione meno solare della prima e molto più semplice nelle musiche, quasi povera, acquista una nuova faccia, pur sempre ascoltabile, non per tutti, e di sicuro molto interessante nei cambi e negli intrecci delle voci, che si rincorrono e poi finiscono la loro "corsa" nel verso finale "she once was a true love of mine".
La seconda traccia è Nashville Skyline Rag divertente ma non eccelso momento strumentale, intriso di armonica, chitarre, piano e forse anche qualche banjo, a creare un'atmosfera leggera. To Be Alone With You è il terzo brano, marcatamente blues, ispirato a qualche testo degli anni quaranta o cinquanta, è semplice e senza pretese, però ti fa stare bene. Unica pecca: troppo breve e neanche uno spicciolo di assolo. Il quarto brano è la testimonianza del rimpianto di un uomo inconsapevole dell’importanza della persona che aveva avuto accanto: I Threw It All Away. Le chitarre e le tastiere lo rendono un brano triste, il più malinconico dell’album. Non si può fare a meno dell’amore. Peggy Day è l’amore che fa impazzire e che dà un senso, anche se solo fugace, alla vita, raccontato attraverso la via divertente del blues. Essenziale nel suo 1:59.
Se fino a qui Dylan e la sua voce si sono misurati in maniera lineare in pezzi blues, country e leggermente virati verso il pop, adesso con Lay Lady Lay si raggiunge la perfezione con delle musiche in bilico tra pop e il country. Se l’amore raccontato nelle precedenti canzoni era per lo più innocente e puro, adesso si colora di allusioni poetiche nei confronti del sesso. In One More Night si racconta di una relazione finita male, ma stavolta ad aver torto è la sua lei. Il tradimento è il tema di Tell Me That Isn't True una sorta di continuazione del triste tema di One More Night.
A questo punto si ritorna al divertimento anche se fugace (1:35) di Country Pie, testo spensierato e forse con varie allusioni che non riesco a comprendere. Rock e blues, pianoforte, chitarra, basso, batteria, un pizzico d’amore e ironia sono gli ingredienti della torta campagnola. Chiude il disco Tonight I'll Be Staying Here With You.
Per concludere, un disco semplice, essenziale nelle musiche, troppo breve nei suoi 27 minuti, spensierato e triste, le due facce dell’amore, raccontato con parole semplici, raramente metaforiche, forse universali. La voce di Bob qui è talmente diversa dal disco precedente (John Wesley Harding,1967) che si fa fatica a riconoscerla. Alcuni la considerano un'opera sbagliata, uscita nel momento sbagliato: un disco d'amore in mezzo alle varie contestazioni studentesche, non ci sta proprio da chi negli anni passati si era schierato a favore della protesta per giuste cause. Chi lo considerava il profeta dei valori e delle rette vie da seguire, si dovrà ricredere nel momento in cui il nostro Bob, stufo dell’etichetta appicicatagli dai media, pubblicherà vari "suicidi commerciali" che per certi versi lo aiuteranno ad allontanarsi dai vecchi fan per lui scomodi.
Dylan non voleva più essere Dylan e c’è riuscito anche in merito a quest’album, non un capolavoro ma interessante per certi versi, per gli ammiratori del cantautore e delle sue molteplici facce.
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