Bob Dylan è il mio artista preferito di sempre, in assoluto il primo che mi ha fatto innamorare della sua musica, dei suoi testi, della sua arte (e come me, credo, milioni di persone). Gli ultimi album lo collocano tra i grandi narratori della musica popolare americana. Io non l'ho mai visto dal vivo. Pensavo fosse troppo "vecchio" già 30 anni fa, all'epoca della "svolta" religiosa (che allora trovavo assolutamente deprecabile, io ateo semi-punk...). Poi, dopo aver pensato la stessa cosa del tour 2008 di un altro grande vecchio, Leonard Cohen, ed essermi mangiato i gomiti perchè l'album che ne è testimonianza, "Live in London", è fantastico, ho preso coraggio e ho comprato i biglietti.
Il concerto è stato orrendo.
Mi spiego: la band è assolutamente anonima, gli arrangiamenti dei brani sono tutti uguali: rock'n'roll. Tratta allo stesso modo i grandi classici del passato come i brani del suo ultimo album rendendoli entrambi irriconoscibili, la sua voce (voce?) è oramai andata e non si distingue una sillaba, i suoi movimenti centellinati... insomma: perchè lo fa?
Bob Dylan è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1988. Time Magazine lo ha incluso fra le cento persone che più hanno influenzato il XX secolo. Per la qualità e lo spessore dei suoi testi, il suo nome è circolato più volte in occasione dell'assegnazione dei Premi Nobel. Secondo un sondaggio di Rolling Stone (condotto tra musicisti) la sua "Like a Rolling Stone" è la miglior canzone fra le principali 500 di tutti i tempi. Nel 2008 ha vinto il Premio Pulitzer alla carriera "per il suo impatto profondo sulla musica popolare e la cultura americana, attraverso composizioni liriche dallo straordinario potere poetico". La sua scheda sul sito www.allmusicguide.com comincia così: "Bob Dylan's influence on popular music is incalculable".
Perchè lo fa? Non per soldi, credo, non per il pubblico (il massimo che concede è un sorrisetto/ghigno quando tutti insieme cantiamo a squarciagola «How does it feeeel...», mi sa che ci piglia pure un po' per il culo), non per far ascoltare le sue canzoni, tutte uguali e irriconoscibili. Ma allora Bob, perchè? Perchè sono più di vent'anni e non so quanti bypass che ha lanciato il "Neverending Tour" e fa più di CENTO concerti l'anno (che tra day off e trasferimenti fa si e no tre mesi l'anno a casa...)?
Il senso del concerto è tutto lì, se qualcuno pensa di averlo compreso meglio di me me lo faccia sapere. Io credo che l'unica cosa che conti per lui è mettere in scena la Rappresentazione: L'Artista e la sua Arte. Il vero significato sta nel gesto, non nel risultato. Lui è lì per sè, non per le sue canzoni. Magari le odia, non le sopporta più, le cambia e le stravolge per poter riuscire a cantarle ancora. «How many roads must a man walk down, before you call him a man?». Lui c'è. Esiste. Suona e canta, ancora.
E questo rende ogni suo concerto una meraviglia.
Il concerto sul sito ufficiale:
Bob Dylan | Rome, Italy - April 17 2009
La scaletta:
- Cat's in the Well
- Don't Think Twice, It's All Right
- Things Have Changed
- Boots of Spanish Leather
- The Levee's Gonna Break
- Sugar Baby
- Tweedle Dee & Tweedle Dum
- Make You Feel My Love
- It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding)
- Beyond the Horizon
- Highway 61 Revisited
- Love Sick
- Thunder on the Mountain
- Return to Me (by Danny DiMinno and Carmen Lombardo)
- Like a Rolling Stone
- All Along the Watchtower
- Spirit on the Water
- Blowin' in the Wind
La band:
Bob Dylan - keyboard, guitar, harp
Tony Garnier - bass
George Recile - drums
Stu Kimball - rhythm guitar
Denny Freeman - lead guitar
Donnie Herron - violin, banjo, electric mandolin, pedal steel, lap steel
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