Racconta la leggenda che un fan lanciò sul palco ad un concerto di fine 1978 (a proposito, fatevi il favore di reperire i bootleg di fine 1978, in particolare i concerti di Charlotte e Parigi), una piccola croce. Dylan si converte al cristianesimo ed inizia una nuova era. La produzione dylaniana era sempre stata pervasa da una certa spiritualità, una certa fede. Ma ora Robert Zimmerman, origine ebraica, si unisce alla setta dei cristiani rinati e si trasforma in predicatore. I concerti diventano sermoni, le canzoni "cristiche": la fine del mondo è imminente, solo la fede in Dio può salvare. Tutte le canzoni del periodo cristiano ruotano su questo tema. Con risultati altalenanti.

Il primo album del nuovo Padre Bob è "Slow Train Coming", ed è il più illuminato e il meglio prodotto. Blues molto potente, qualche ballata, la miglior voce di sempre. Belle canzoni sono "Precious Angel" e "Slow Train" . Capolavori "I Believe In You" e "When He Returns", i testi sopra la media delle canzoni religiose, anzi, veramente pregevoli: non sono bigotti, sono densi di fede sincera e sentita. Il resto, a parte la magistrale "Gotta Serve Somebody" e "When You Gonna Wake Up" offre pochino. Il blues convinto si arena su qualcosa di spicciolo ("Gonna Change My Way Of Thinking", "Man Gave Name To All The Animals", "Do Right To Me Baby"). La mano si fa più incerta, la religiosità è fin troppo marcata.

Il punto di forza dell’album è la parte musicale, ben curata e precisa, meglio che negli LP successivi. "Slow Train Coming" sta a galla con dignità, forte di tre-quattro gemme dylaniane e vittima dell’esclusione di "Ye Shall Be Changed", ottimo out-take… Eppure il disco fatica ad entrare sotto pelle, non regge gli ascolti ripetuti e a volte annoia.

Carico i commenti...  con calma