Mi trovo in una casa di Palermo (sono uno studente universitario viaggiatore) e come ogni settimana, per la quale vengo qui dal mio paesino per proseguire i miei studi, mi porto con me qualche disco per rallegrare o meglio trascorrere un pò di momenti con la mia passione più grande, la musica. Stavolta ho portato: Pogues, Velvet Underground, Nirvana (mah), poi ho comprato Sonic Youth e Jefferson Airplane. Ah, c’ho anche “The Basement Tapes” di Bob Dylan & The Band. Comprato poco più di un mese fa, a poco a poco mi convince sempre di più.

All’ inizio è stato difficile. Per la prima volta un disco di Bob non mi piaceva dal primo ascolto. Eppure le premesse e le aspettative erano buone, grazie alla storia e alle leggende affascinanti, legate alla nascita di quest’opera del menestrello. Dopo un pericoloso incidente in moto, Bob si rinchiuse in se stesso tralasciando pubblico e media, estremamente dubbiosi e impauriti sulle conseguenze portate dal fattaccio in moto. A parte qualche vertebra, a risentirne fu soprattutto l’ego dell’artista di Duluth, che esplorando nel profondo prese una saggia decisione: il trasferimento in una casa di Woodstoock con la famiglia lasciando almeno per il momento gli eccessi per dedicarsi ai cari. Non smise, però, di suonare, ma neanche di eccedere, forse fu l’ultima volta. L’estate del 1967, “Peace and Love” per eccellenza, fu trascorsa in una cantina, assieme al gruppo The Band, che da un po' di anni lo accompagnava in concerti noti (per le contestazioni del pubblico nei confronti del presunto nuovo genere musicale affrontato da Bob) : la Big Pink nei pressi di West Saugerties. Più precisamente trascorsero il periodo che andò da giugno e ottobre di quell’ anno all’ insegna del divertimento, della musica e dell’ amicizia. Tutto fu registrato tramite un discreto registratore di cassa e le tracce che ne vennero fuori, furono pubblicate nella loro versione originale solo nel 1975, a causa di vari problemi con le case discografiche. Nel frattempo, vari furono i bootleg ad essere in commercio e vari gli artisti ad utilizzare abusivamente i frammenti di questi momenti.

Stando al disco, anzi doppio, abbiamo 24 canzoni, alcune di Bob, altre scritte da Robertson e soci, e altre ancora sono vecchi traditional. Si tratta di un agglomerato di rock & roll, blues, country e folk specialmente influenzato dalle sonorità della Band. Forse fu questo a non convincermi all’ inizio, perché avevo comprato un disco di Bob e non della Band, pensiero che dopo qualche giorno si dissolse… "Odds And Ends" è la traccia iniziale, che ci fa entrare nel burlesco mondo della Big Pink, come viene raffigurato nella ancor più burlesca e fenomenale copertina, dove Bob e i suoi compagni si scambiavano gli strumenti. Ci sono i divertissement come la bella “Apple Sucking Free” , con uno stravagante Bob al piano e alla voce, “Please, Mrs Henry” e “Don’ t Ya Tell Henry” , brani di gran classe come “Orange Juice Blues” , “Katie’s Been Gone” e “Ruben Remus” cantati da Robertson, Manuel, Danko e Helm o ancora veri e propri capolavori come “Going To Acapulco” , “Too Much Of Nothing” , “This Wheel’ s On Fire” e soprattutto il capolavoro nel capolavoro: “Tears Of Rage”, ultima traccia del primo disco, firmata Dylan-Manuel, malinconica ed eterea. I testi sono spesso carichi di nonsense e immagini stravaganti. Le interpretazioni della banda sono davvero notevoli in tutto l’album sia per quanto riguarda le voci(sopra citate) che gli strumenti suonati(chitarre, piano, armonica, basso, mandolino, organo, clarinetto, sax tenore e batteria) che forse sminuiscono quelle di Bob (alla chitarra acustica ma anche al piano), a tratti stanco e poco convincente. Le stravaganze comunque stanno qua e là senza esagerare, con gentilezza e molta pulizia soprattutto nei suoni, (strano, visto che si tratta di un discreto registratore di cassa) forse troppo casti e puliti per un’ esperienza così eccitante e in piena libertà. Sarà forse un frammento, breve, di un periodo davvero produttivo (come dicono in molti) di buona musica e in buona compagnia. È un album di grandissimo interesse e valore. Forse molti esagerano parlando di questo disco, presi dal fascino delle leggende della libertà. W la libertà creativa !

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