Strana la carriera di Bob Seger. Apprezzato da molti, non è mai riuscito a sfondare a livello mondiale, restando un culto solamente in madre patria.
Raggiunto il successo dopo anni di trafila rock in cui aprì le strade a personaggi del "working class" rock americano quali Springsteen, Petty o Mellencamp, solo per citare i tre più famosi, ha vissuto la seconda metà degli anni settanta da assoluto protagonista della scena, per poi vedere i suoi discepoli rubargli la scena negli anni ottanta. Forse perche' appagato dal buon riscontro di pubblico e critica, ha visto la sua carriera ritornare agli albori interrotta da pochi e scialbi dischi sporadici.
Trovato il giusto sound e i giusti musicisti, nei primi anni settanta, l'uomo del Michigan sforna "Back in '72", "Seven" (1974) e "Beautiful Losers" (1975) in cui trova la quadratura del cerchio mischiando Southern rock,soul e rock'n'roll e melodie piu' dolci che soprattutto dal vivo esaltano la grande carica di Seger e della sua SILVER BULLET BAND. Una macchina rock'n'roll in quegli anni seconda solamente alla E-Street Band di Springsteen. Gli spettacoli di Seger sono energici e lui ha carisma per imporsi come nuovo protagonista del rock'n'roll americano e il disco "Live Bullet" del 1976 e' li' a testimoniarlo e fare da rampa di lancio al trittico di dischi che seguiranno che lo faranno entare nell'olimpo dei cantautori americani.
Questo "Against the wind" uscito nel 1980, segue "Night Moves"(1976) e il vendutissimo "Stranger in town" (1978), suo best-seller, dischi che seppero coniugare alla perfezione la forza del rock con le splendide ballate. Dischi meno grezzi e più rifiniti in fase di stesura dei primi lavori di carriera, quindi più appetibili al grande pubblico. Con "Against the wind", considerato dallo stesso Seger il suo miglior lavoro, sposta ancora di più l'accento sulla melodia creando canzoni dal forte appeal romantico che comunque non cadono mai nello sdolcinato ma continuano ad avere quel trademark rock che non le fanno cadere nel pop.
Rappresentato da una splendida coperina, il disco si apre con un bel southern boogie rock'n'roll "The Horizontal Bop" con la band formata da Drew Abbott(chitarre), Alto Reed(sax), Chris Campbell(basso) e David Teegarden(batteria) che gira a mille. Da notare, come nei dischi precedenti, che alcuni pezzi sono suonati da un'altra band parallela alla Silver Bullet band(il cui nome accompagna Seger in coperina), ossia la The Muscle Shoals Rhythm Section che suona in tre pezzi del lavoro. Dello stesso stampo sono "Long Twin Silver Line" e "Betty Lou's Gettin' out tonight", fiere e potenti con quel retrogusto sudista e rock'n'roll '50 che le rendono trascinanti.
Mentre "You'll accomp'ny me" e la finale "Shinin' brightly" sono soul con backing vocals femminili, "Her Strut" è un rock quasi marziale nel suo incedere.
Ma sono le ballads a segnare il disco. Se la bella No Man's Land, deve un po' troppo alla meravigliosa Simple Man dei LYNYRD SKYNYRD, la title track "Against the wind" è una ballad pianistica che lascia il segno diventando una delle migliori composizioni di Seger, "Fire Lake" è più country ed è marchiata west coast dagli ospiti Eagles alle backing vocals. "Good for me" è caratterizzata da una grande prova vocale di Seger, blues e sofferta.
Con questo disco, Seger sembra quasi accomiatarsi dal suo pubblico, nel resto della sua carriera pochi altri sprazzi, forse solamente "The Distance" del 1982 e l'ultimo album uscito l'anno scorso "Face the promise" che sembra averlo riportato a buoni livelli anche in sede live dove riesce ancora a trascinare il pubblico con concerti fieri e divertenti. Certo la lunga criniera di capelli nera ha lasciato il posto ad una zazzera bianca, i suoi movimenti non sono più quelli di una volta ma rimane pur sempre un rocker credibile e spontaneo.
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