Pe corpa de quer fijo de ‘na ballerina de Hoppeles che m’ ha fatto conosce ‘sti cazzari me so’ rincojonito. Nun faccio artro che ascortà er primo e questo de continuo, li mortacci loro. E nun vedo l’ ora che esce er terzo, di qui a breve dovrebbe uscì, entro ‘sto mese de aprile...
Ma che se so’ bevuti, ma che se so’ fumati? D’ artronde io nun assumendo arcuna sostanza impropria me ritrovo, lucido, sparato nell’ iperspazio co ‘sto vomito a schizzo de citazioni, richiami, rinculi, anche dar punto de vista della musica, attenzione.
Ho sempre anelato a Roma e dopo millenni de reincarnazioni alla fine st’ urtima vita ce sò riuscito a nascece direttamente, ma manno dato er contentino: vabbè, te sei mpegnato, te famo nasce qua pe ‘sta vorta, a Roma nord però. Roma est taà sogni e poi a 30 anni fori dai cojoni!
E eccome qua che da vent’ anni invece che cor Colosseo parlo co Kafka: a Praga manno sbattuto ‘sti infami. E pe tenemme bono manno fatto girà tutto bene, casa lavoro famija; c’ho er culo parato.
Ma io so’ e rimango de Roma, perchè quanno uno è de Roma... è de Roma, è de Roma, è de Roma. Capito! Perciò a ‘sto combo je dico: l’ anima de li mejo mortacci vostra ma come ve sete permessi de abbortì ‘sto proggetto qui. Ma chi cazzo ve credete de esse? Nun me fate ‘ncazzà e confessate immediatamente come cazzo avete fatto a cacà ‘sta roba. La “Trucilogia”, anvedi questi...
Mentre nel primo album i BJLFP ci tengono a farci sapere la loro entità seriale in questo secondo si sonda un nuovo modo di porsi in essere e nel terzo magari aspetteremo una presa di posizione cosciente condita da un sano revisionismo. Lo schierarsi e combattere...
Anche in questo secondo lavoro si va giù tosti, dove l’ esposizione della mistificazione è supportata da solide basi di evidenza di verità bizzarre, ma ragazzi è questo il mondo in cui viviamo, l’ happy end lo trasmette la televisione. Qui fuori? Tutto regolare. Quanto nel primo album hanno esposto il “Noi”, nel secondo si dedicano al “Loro”, non per niente il terzo sarà incentrato sul “Nulla”?
Ed ecco come anche qui si avvicinano alla omniscienza divina frullando non a caso un random logico, una sintesi onnipotente di testi e musica imprescindibilmente uniti. Il succo di questa macedonia romana è un maelstrom educativo estrapolato dalla cloaca mediatica: è il risultato logico di chi ha ben presente che tutto è collegato-inseparabile e come risultato finale dà Uno.
La consapevolezza di questo svuota e scarnifica ogni cosa. La comunicazione risulta efficace e diretta perchè impersonale. Si constata la presenza dell’ invisibile, molto più reale che la realtà materiale: nè si considera nè si giudica, ci si dissolve. Reiterando l’ assenza del libero arbitrio, il “tutto accade” è preso in giro ulteriormente con un “Live de Nascosto”.
Ed ecco che con mirate intersezioni bislacche (per modo di dire) si quadra il cerchio, tutto combacia alla perfezione rendendo pertinente l’ assurdo e “chi non si aspetta l’ inaspettato non troverà mai la verità!”, diceva un filosofo. E il merito ulteriore di questa operazione è che non può creare/innescare proselitismo, adepti, schiavi new age, si sottrae per propria natura a classificazioni. In poche parole non crea dipendenza perchè si avvale di una forza intangibile quindi credibile. La Trinità è spogliata del suo significato religioso e si adatta, evolvendo combattendola, all’ inquisizione moderna adottando una definizione belligerante: la “TRUCILOGIA” è in atto!
E per mettere i puntini sulle “i”, con il titolo del loro prossimo disco, superano quelle cacate del 666 ammansendo stupidi deliri satanici con le loro tre “S”: Semo Solo Scemi”. Un pesce d’ aprile infinito: abbocconi! C’ è solo una cosa: i BJLFP aka OCR volenti o nolenti spaccano! E basta.
Per quanto riguarda la musica anche qui fanno un’ operazione definitiva, una somma summa di generi concentrati al meglio dove già dal primo ascolto c’ è un impatto immediato che non scema col tempo ma cresce sempre più. Da lì il mio acceso preambolo in romanesco.
Ritmi e costruzioni “come Cristo comanda”, onde sospese nel tempo che spiazzano per imprevista freschezza nera. L’ accostamento con un Randall Kennedy di “Scenes From Redemption” (1983) è d’ obbligo. E più che con i The Residents le maschere dell’ inesistenza mi rimandano al gruppo ceco dei OZW (Onkel Zbynda’s Winterrock).
E ci accorgiamo che siamo alla presenza di anime antiche, sentiamo pulsare l’ Impero Romano, la Roma Caput Mundi, ma anche la Roma di: “che c’hai ‘na sigaretta?, ‘mprestame cento lire... E’ qui il noir per eccellenza, in via Merulana. Er pasticciaccio brutto pò esse solo che a Roma.
L’impossibilità di essere “normali”, wave di Capocotta, naufragar m’ è dolce in questo battello ubriaco. Questo è il Roman Beach Party: da mo’ che l’ avevano capito quegli australiani.
GIROLIMONI CHI LEGGE!
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