"It's night, it's raining, it's bohren time."
I Borhen & Der Club Of Gore nascono nel 1992 a Mülheim an der Ruhr, Germania. Hanno raggiunto la notorietà (o meglio i piani alti dell'underground) solo nel 2000, grazie al disco "Sunset Mission". Uscito dopo una pausa lunga cinque anni, conquista pubblico e critica proponendo un'intensa miscela di sonorità doom (ma anche funeral doom vista le lentezza) ed elementi jazz, con un caldo Sax baritono a disegnare suggestive melodie, creando di fatto il genere Doom Jazz, tutt'ora vivo e prolifico anche grazie ai lavori di band figlie dei B&DCOG come i "The Kilimanjaro Darkjazz Ensemble" o i "The Mount Fuji Doomjazz Corporation".
Il punto non è questo. Ma per approfondire meglio il loro lavoro Doom Jazz vi dirotto su questa bellissima pagina: Black Heart.
Il punto è la tipologia di doom in "Gore Motel".
Uscito nel 1994 per Epistrophy Records (un catalogo principalmente Hardcore Punk), racchiude tutta l'essenza del loro nome. I tedeschi partono dai Black Sabbath di "Planet Caravan", tolgono qualsiasi presenza vocale e ci aggiungono oscurità, pesantezza ed estrema dilatazione.
Doom si, ma Soft Doom, a suono pulito.
Un'opera a cui non si possono sicuramente affiancare aggettivi solari, ma tremendamente emotivo. I suoni nonostante siano puliti, riescono ad evocare magma incandescente, e la lentezza lo rende opprimente ed alienante, ma gradevolmente esaustivo. Fascinosamente malato. Alcuni sonorità verranno riprese nel '99 dai Mogwai in "Come On Die Young", ma con gli scozzesi già siamo ad un livello di felicità troppo alto.
Basti guarda la copertina, non c'è un cazzo di motivo per stare allegri, si sta per ricevere una tremenda e annichilente raffica di schiaffi, ma non da parte di uno Steven Seagal qualsiasi, da parte del picchiatore pensatore, con lui le ha prese persino Chuck Norris, non so se mi spiego.
Non c'è un cazzo di motivo per essere felici.
"It's morning, it's sunny, close the curtains, it's bohren time"
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