Bohren & der Club of Gore suonano un tipo di doom jazz lento e senza fretta. Il genere di roba che fa sì che le immagini di un film noir a lungo raggio si snodino nella mente e che tu sia l'unico spettatore seduto in prima fila.
Ma c'è qualcosa di molto più profondo da trovare nel cuore della loro musica, un nichilismo caotico che è marziale ed implacabile. Estremo nella sua apparente semplicità . Un'atmosfera densa che si rifiuta di lasciarci rilassare e godere del fascino della sensualità che potrebbe trasparire intrecciandosi con il flusso sonoro.
Questa non è musica da cocktail per una cena a tarda notte con l'amante, anche se la musica potrebbe avere un potere seduttivo, che potrebbe conciliare l'incontro di due anime.
Patchouli Blue sembra il seguito di Piano Nights del 2014 della band. L'album non è languido e non cerca di spezzare i cuori con i suoi pastosi assoli di sassofono. E' un album che dovrebbe darti la consapevolezza che tu sia in viaggio da solo in terre inesplorate della tua psiche dove la visione di demoni virtuali sono elaborati da te e vivono con te. Der Club of Gore ci chiede di contemplare e interrogare l'animale dentro di noi, con le sue pulsioni basiche e primordiali.
Tutti gli album della band hanno una superficie che si assomiglia, ma si ritrovano sottili differenze che spuntano sotto la patina in slow motion di cupe e superbasse frequenze.
In Patchouli Blue la band riesce ad aggiornare con micro movimenti il suo suono distintivo senza perdere la validità temporale e l'applicabilità universale, che è così essenziale per il cuore filosofico della band. Questo è il motivo per cui Bohren rimane così singolarmente importante, e difficilmente imitabile.
La title track Patchouli Blue, che dura più di nove minuti, è il punto più alto dell'album e incarna il sound Bohren nella sua forma migliore. Una miscellanea straziante di tastiere riverberate, sassofono e droni occupa i primi tre minuti fino a quando un duetto chitarra/basso si fa strada per stabilire un ritmo.
Zwei Herzen aus Gold è un esempio appropriato di quella insolita malinconia nera. Le tastiere elettriche ci seducono facendoci credere che il senso di mistero sia concluso. Ma all'improvviso il cappio si stringe e l'oscurità avanza alle tue spalle, prevaricando la melodia.
Il pezzo forte di questo fantastico disco è la traccia, Tief Gesunken. Una traccia vagamente Krautrock che sembra l'angelo oscuro dell' anima che finalmente si risveglia dal suo sonno profondo. E' minaccioso e pronto per la vendetta su coloro che portano sofferenza.
E' musica suonata ad arte, diretta e sincera , per esplorare aree brumose e trasfigurate della mente, come guardare un'esibizione teatrale messa in scena da emanazioni spettrali che danzano in un abisso sonico, in un cimitero dove rigogliosi iris spuntano dalle crepe del terreno, che forse qualcuno coglierà........
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