"Gnayse" è un album di musica elettronica soffice raffinata. Darrel Fitton (aka Bola) purtroppo in Italia non gode della stessa fama che possiedono invece altri gurù della musica elettronica. Io stesso ho la fortuna di avere questo CD perche vivo a Dublino dove, mi spiace dirlo, il panorama elettronico alternativo è molto più seguito e sentito. In effetti non suona nemmeno così alternativo qui ascoltare certi tipi di musica in quanto mi sono ritrovato più volte a parlare di artisti e nomi di personaggi elettronici sconosciuti con diverse persone.

Da quando sono qui ho avuto modo di seguire con molta più facilità questo tipo di filone musicale, proprio perche possibile, senza eccessive difficoltà, l'Italia musicalmente non mi pare sia messa benissimo e purtroppo soffre anche di evidenti "carenze" informative musicali riguardo alcuni stili, questo è un vero peccato e mi fa anche una certa tristezza.

Dopo aver scopiazzato un po' di ricerche in giro per la rete ed avendo letto diverse recensioni positive riguardo questo disco (tutte in inglese, perche di italiano non si trova nulla di questo artista :-/ è anche il motivo che mi ha spinto a scrivere questa recensione) mi sono deciso senza troppe paure o dubbi, a comprare questo cd.

La musica suona essenziale e rarefatta ma non troppo, come i Boards Of Canada più quieti. L'atmosfera è tuttavia meno psichedelica e spesso più oscura, ma anche intimistica, personale, fragile e sensibile. L'album in generale non brilla di molta luce, spesso suona ombroso e sottilmente inquietante, con lunghe pause d'attesa e momenti di "suspance" con lunghe dissolvenze di effetti elettronici, fischi melodici minimalistici, musica per città abbandonate dove il tempo non scorre mai. Alcuni brani durano appena due minuti, due minuti e mezzo, ma raggiungono picchi di emotività incredibili, sarà la novità della scoperta, ma sinora non mi pare di aver mai sentito un disco di elettronica più sentito di questo, nemmeno i tanto citati Plaid.

I riferimenti più immediati a questo contesto musicale sono i già citati Boards of Canada e in generale il versante più melodico di tutta la musica warp, skam dell ultimo ventennio, IDM o no, condita con un pizzico di "cuore" in più. Ci sono anche degli stacchi di pianoforte, naturalmente di emulazione elettronica, in questi pezzi io ci vedo anche un pò di Brian Eno, dal quale potrebbe aver preso spunto per alcune soluzioni compositive.

E' un album tutto di musica lenta, l'unico brano dotato di una carica ritmica forze maggiore, è l'ultimo, "Effaninor", ed è anche il brano che assieme a "Effanajor" brilla di un certo "sofferente" ottimismo e di una luce crepuscolare che quantomeno non è notturna come le altre.

Le composizioni più toccanti risultano essere "Sirasancerre" la quale inizia sotto il trillo di mille particelle elettroniche e di un rumore "morse" in lontananza, che funge da faro, il quale lascerà presto lo spazio a malinconici archi.
"Heirairerr" dura poco più di due minuti ed è in buona parte composizione per pianoforte seppur leggermente modificato, in questa traccia si può respirare tutta la carica "drammatica" che su altre distanze il disco rilascia.

Dopo la parentesi di luce della gia sopracitata Effanajor, "Opanopono" è il proseguo ideale del discorso iniziato con Heirairerr, forse un pizzico più "primaverile"?, un'immagine che potrebbe essere associata ai fiori bucaneve che escono dal manto nevoso in scioglimento dopo un lungo e freddo inverno.

"Pfane pt1 e 2" proseguono il discorso drammatico "cristallizzato" con altre composizioni per pianoforte rotte soltanto in una occasione nel passaggio a "Pfane 2" da rumori elettronici. "Pfane 2" riprende le suggestioni della prima parte arricchendole e portandole tra a livelli davvero molto alti, forse i massimi del disco; credo sia davvero difficile non essere toccati da questa composizione.
"Papnwea" dura piuttosto a lungo (andiamo verso gli 8 minuti) ed inizia il suo discorso su territori molto oscuri, inquieti ma poi vira irrimediabilmente sul malinconico, con il cambio di scena improvviso annunciato dall'ingresso del pianoforte, mentre una voce filtrata in vodocoder pronuncia "PAPNWEA".

Caldamente consigliato ad amanti della musica elettronica ma non neccessariamente, almeno in questo caso, l'ultimo Kroungrine è già più techno.

Se volete ascoltare qualche sample per farvi un'idea andate sul sito della skam. Dovrebbe essere presente anche una brano completo da ascoltare, se non sbaglio la numero 8.

Buon ascolto.

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