Bologna Violenta è Nicola Manzan. Di giorno un tranquillo violinista e compositore, già collaboratore tra gli altri dei Baustelle e del Teatro degli Orrori, di notte una specie di cyber terrorista musicale che si aggira per le strade buie e piovose a vomitare livore e violenza sonora con una ferocia inaudita. Notti cariche di pioggia e di ombre, tra "Blade Runner" ed espressionismo tedesco alla "M", di Fritz Lang.
Il nome scelto richiama ovviamente il filone poliziottesco e in varie copertine e inserimenti sonoro-parlati il nostro, in passato, aveva fatto diretto riferimento a questo specifico filone ma, almeno secondo me, cinematograficamente non è un parallelo così calzante.
La sua musica è molto più malata, squilibrata. Il declino della società, la violenza imperante di linguaggio e d'azione, era si presente e mostrata cruda anche nei vari "Milano calibro 9" ma, nel progetto di Bologna Violenta, si fa devastante, una colonna sonora di una catastrofe sociale; in un clima apocalittico Nicola Manzan mette sul piatto una forza primitiva, punitiva e purificatrice come unica via per dar inizio ad un "Nuovissimo Mondo".
Cito al volo due film che secondo me inquadrano meglio i Bologna Violenta: "Eraserhead la mente che cancella" il debutto di David Lynch del 1977 e "Tetsuo" il delirio cyberpunk di Tsukamoto del 1988 dove un uomo lentamente si trasforma in una macchina, in un uomo di metallo. Due pellicole profondamente malate che se avete visto già vi siete fatti un'idea di cos'è ‘sto disco.
Il suo è un approccio quasi nichilistico, la musica si fa rumore e questo rumore, portato all'eccesso, distorto, coi picchi dell'equalizzatore appiattiti in alto e in basso, che copre ogni cosa, è un non suono, è il nulla, è la fine. Non c'è filosofia, narrativa, speranza, solo distruzione. Stiamo parlando di mitragliate hardcore techno. Niente cantato, una chitarra, una drum machine e brevi inserti parlati che dovrebbero darci respiro ma che raccontano, a volte fortunatamente con ironia, di infanticidi e trapianti genitali (Tetsuo, appunto). Un noise vagamente imparentato con Lightning Bolt e Melt Banana ma qui il rumore è davvero più primordiale, un istinto atavico che vede continue deflagrazioni sonore, sample di Mozart avvolti da tempeste di distorsioni, una furia che brucia la terra e a cui si piega anche la stessa drum machine condotta a forza "fuori giri" nel suo disperato quanto inutile tentativo di dare un tempo logico al rumore che la circonda.
Questo è un pazzo cyber kamikaze pieno di tritolo, con le carni penetrate da macchine, come piacerebbe a Cronenberg. Consigliato per le vostre serate passate in solitudine, a bere sake e in cui vi sentite lontanissimi e delusi dal genere umano.
PS Il sample inserito non si riferisce a quest'album ma è comunque un buon esempio di Bologna Violenta.
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