E' autunno. E' noia, piacevolmente intima.
Ascolto i Daft Punk, ma non è quel che voglio sentire. C'è qualcos'altro tra i miei cd, c'è lui...
Seppure pubblicato nel lontano mese di giugno del 2011 "Bon Iver" è un album adatto al freddo, anche quello dell'anima. Forse perché di lui, Justin Vernon, conservo il ricordo dell'uomo tradito e ferito che si rifugiò nella desolazione della montagna e che trasformò il dolore in bellezza "For Emma, Forever Ago".
Sarà anche per quel nome: Buon Inverno.
Justin è un uomo rinato, si vede dal suo look meno trasandato. Si sente.
Ha lasciato la montagna per intraprendere un nuovo viaggio che partirà da "Perth" . "Sposto la polvere attraverso la luce per trovare il tuo nome". Oh fortunata stolta donna... come hai potuto!?
Dalla soleggiata Australia al Minnesota il passo è breve. Justin è forte, dice "Non mi spezzerò mai" e lo fa con l'immensa dolcezza e raffinatezza del suo falsetto, accompagnato dal semplice suono di un banjo.
Ed è tutto un crescendo di emozioni, di racconti, di luoghi che parlano di lui, come "Towers" che prende il nome dal dormitorio della University of Wisconsin-Eau Claire, dove Justin studiò. O la stessa Claire alla quale si rivolge in "Wash", la sua città, come un'amica alla quale si confida sulle note di un pianoforte.
Ancora "Holocene" il cui titolo oltre ad essere un chiaro riferimento alla contemporanea era geologica, pare sia il nome di un locale di Portland dove il nostro trascorse una serataccia.
A proposito di questo splendido pezzo (che è anche il secondo singolo dell'album) è doveroso guardare almeno una volta il video, girato negli incantevoli paesaggi islandesi, che esprime appieno la condizione dell'uomo così piccolo rispetto alla grandezza della natura e che pur essendo parte stessa di quella natura non riesce a coglierne la meraviglia.
C'è poi una tappa a "Calgary", Canada. Non bisogna trovare una motivazione a tutto, ma sarà un accenno alla relazione con la musicista canadese Kathleen Edwards, consumata proprio in quel periodo? Ciò che sappiamo è che "Calgary" è stato il primo singolo, accompagnato da un bel video dal significato ambiguo e con un testo altrettanto enigmatico.
Certo è che il ragazzo di Emma è cambiato.
Non è più solo. C'è un'orda di musicisti e strumenti ad impreziosire la sua voce, la cui presenza può essere apprezzata, oppure no. Io ritengo che in questo album Mr Vernon abbia espresso chiaramente il suo nuovo stato d'animo, senza abbandonare la sua inconfondibile base folk-malinconica abbia voluto e saputo ancora una volta trasformare in musica quello che è stato il suo percorso personale nonché artistico, questa volta sicuramente più illuminato e diretto.
Critica e pubblico sono stati appagati, tanto da fargli conquistare 2 premi ai Grammy 2012: "Best Alternative Music Album" e "Best New Artist".
Grande ed inaspettata popolarità per Justin, che se la merita tutta. Mi chiedo, fiduciosa, dove porterà.
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