(Quattro stelle e mezza)
Correva l'anno 1986 e cinque ragazzi cotonatissimi del New Jersey si apprestavano alla consacrazione definitiva nella scena rock mondiale. Forse se lo aspettavano, o forse no, ma questo loro terzo album li ha catapultati in vetta alle classifiche di tutto il globo, e rimarrà per sempre un must per questo genere. Idoli delle ragazzine, colonna sonora di molti episodi della vita di ogni persona, che si amino o si odino non si può non constatarne la grandezza, testimoniata da una carriera in pieno sviluppo dopo ventidue anni dal loro debutto discografico.
Questo disco contiene le canzoni che più di tutte hanno contribuito al successo della band, vedi "You Give Love A Bad Name", "Livin'On A Prayer" e "Wanted Dead Or Alive": senza soffermarmi sulle prime due famosissime(e bellissime) canzoni che credo conoscerete tutti, spendo due parole per l'ultima, un pezzo geniale, nel quale l'atmosfera è molto country, vuoi per il titolo, vuoi per gli arpeggi che richiamano il suono del banjo, almeno finchè un assolo con caratteristiche tipicamente Metal non sfascia tutto l'idillio. Non famosa quanto merita la splendida "I'd Die For You", pezzo dal tipico "B.J. Sound", nel quale i signori del New Jersey dimostrano che si possono fare delle ottime canzoni senza rinunciare ad essere tamarri dentro. Non manca la tipica ballad, questa volta relegata verso la fine del disco, la mielosa ma efficace "Never Say Goodbye". Le altre canzoni sanno un po' di riempitivo confrontate con quelle citate, ma prese singolarmente meritano un ascolto anche loro.
Sui musicisti che dire, grandi personaggi e, nel caso di Jon Bon Jovi e Ritchie Sambora eccezionali performers: il cantante ha una voce incredibile, riesce sempre a tenere linee vocali alte e tirate dalla prima all'ultima nota, e dal vivo riesce a rendere incredibilmente bene anche ora che è oltre i quaranta; il prode chitarrista non si può definire un guitar hero, ma uno con le idee ben chiare sulle sue possibilità, grande gusto compositivo e buona tecnica. Gli altri sono da sempre relegati al ruolo di gregari, ma fa parte del "look" della band (e negli anni ottanta era una delle cose più importanti).
Se siete amanti del rock non può mancarvi questo disco, è fresco, divertente e tamarro al punto giusto. Se non avete mai ascoltato bene i Bon Jovi non fatevi ingannare dalle voci che li definiscono "musica per ragazzine", dietro a ciò c'è soprattutto una grande band.
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