Dopo la gita a Nashville di "Greatest Palace Music", nel cuore del "Principe" Billy è tornata l'inquietudine di "I See A Darkness". E lo si capisce subito dalla copertina dell’album. Su pochi tratti pastello (un ricordo del mare, forse, che compare in due toccanti tracks), fa bella mostra di sé una mano insanguinata degna di uno splatter. Ma questo sangue è metafora, quel dolore esistenziale che traspare come marchio di fabbrica dalle migliori corde (vocali) di Oldham, dalleavoce incrinata, dai testi distillati in poesia ed ermetismo.
E così la prima track, che affonda subito il colpo. "Ho detto spesso che mi piacerebbe essere morto..." E forse poco importa che poco dopo venga aggiunto, "nella bocca di uno squalo".
Temi forti quelli di Oldham. La morte. In "Death In The Sea" (una delle più toccanti ballate mai scritte), la chitarra di Sweeney accompagna nobile e pulita un testo degno del miglior Leonard Cohen. Il destino. In una sognante "Beast For Thee", Oldham canta sugli arpeggi di Sweeney "God's plan can easy bruise...". La rabbia, il tradimento. Nel capolavoro del disco, in quella "Blood Embrace" che affonda nelle sabbie mobili di un tema ripetuto all’ossessione per quasi otto minuti. Il rimpianto. In "Bed Is For Sleeping" che procede fino alle domande a cui non si sa rispondere: "And where are you going?/And why are you leaving?/Left on a walkway/To swallow my grieving".
E Sweeney? All'appello risponde "Presente". E basta sentire "Goat And Ram". L'uragano elettrico strapazza l'anima tuonando un riff dopo l'altro. Imperdibile, infine, "Only Someone Running". La voce di Oldham si incrina fino alla commozione, attaccando "There Things I Will Not Do...". E c'è una cosa che noi faremo mai, Will. Perdere uno solo dei tuoi album.
5 stelle perché di più non si può.
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