Band sconosciuta anche nell'ambito della musica alternativa, il folle trio giapponese dei Boris può essere considerato come (scusate l'inglesismo) l'undeground dell'underground.

Nella tarda primavera del 2005, la casa discografica Southern Lord ha deciso di pubblicare "Akuma No Uta", il disco più completo e rappresentativo dell'eclettico e prolifico repertorio della band giapponese. Il primo brano "Introduction" è un'incursione di nove minuti nella musica drone: un riff che ricorda molto gli Sleep viene ripetuto fino allo sfinimento con minime ma significative variazioni di tema. La musica che ne esce sembra giungere dal fondo dell'oceano, carica com'è di riverberi e distorsioni, di emozione e suggestioni. Neanche il tempo di riprendersi e arrivano "Ibitsu" e "Furi", due brani in cui i Boris lasciano esplodere tutta la loro foga ferina: come degli Stooges a velocità doppia, con stacchi e cambi di tempo alla Hendrix. Feroci e incandescenti. Si apre successivamente il cuore dell'album, i dodici minuti di "Naki Kyoku": un saliscendi continuo tra languidi e malinconici arpeggi, pause ambient, jam psichedelica, assoli blues e dei crescendo emozionanti che candidano questo brano a diventare la "Stairway To Heaven" del sol levante. Si rimane basiti di fronte agli scenari che tale musica riesce a rappresentare. "Ano Onna No Onryou" riprende a piene mani lo stoner di prima categoria: Kyuss e Fu Manchu mescolati in un brano duro e aggressivo che riporta alla memoria la migliore musica dei '70. E quando si pensa che il meglio sia già stato dato arriva "Akuma No uta": quattro colpi di gong e ricompare il riff di "Introduction", e la musica esplode in tutta la sua violenta maestosità. Un brano che parte lento e possente, ma che in pochi minuti accelera in una progressione devastante, come dei Blue Cheer alle prese con del rock acrobatico. Un finale veramente impressionante e che lascia ancora una volta allibito l'ascoltatore.

Alla luce di quanto dimostrato dai Boris con questo album, non resta che augurare a loro di ottenere quello che si meritano: fama, un buon riscontro commerciale, ed essere considerati come una delle migliori rock band del pianeta. Se questo non succede allora significa che le gente si merita veramente roba come Franz Ferdinand e Bloc Party. Sayonara.

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